mercoledì 11 marzo 2015

Cortinarius praestans Cordier

Scheda tratta dal sito "il Mondo dei Funghi"

Cortinarius praestans Cordier

Sinonimi

Cortinarius praestans
Cortinarius Berkeley, Cortinarius torvus (secondo Kalchbrenner), Cortinarius largus (secondo Quèlet);
Volg. : Cortinario prestante.

Etimologia
Cortinarius = per la cortina che, a protezione delle lamelle, le copre con un velo aracnoide che si estende dall’orlo del cappello al gambo;
praestans = prestante, imponente (dal latino).

Sistematica
Regno: Fungi, Divisione: Basidiomycota, Classe: Homobasidiomycetes, Subclasse: Agaricomycetideae, Ordine: Cortinarialess, Famiglia: Cortinariaceae, Tribù: Cortinarieae, Genere: Cortinarius, Subgenere : Phlegmacium, Sezione : Cumatiles , Specie: praestans.

Commestibilità
Dato come buon commestibile anche se a nostro giudizio conserva un sapore terroso.

Descrizione
Non lasciatevi ingannare da questo fungo che, visto da lontano, per le dimensioni, per la colorazione bruno-cioccolata del cappello, per il gambo biancastro e panciuto può sembrare un appetitoso “porcino”: vi sarà sufficiente raccoglierlo e rovesciarlo per notare che la superficie imeniale non è costituita da tubuli e pori ma da lamelle inizialmente protette da una cortina viola-argentata che presto si stacca dall’orlo pileico e ricade in filamenti sul gambo colorandolo di bruno-ruggine per sovrapposizione delle spore. Trattasi infatti di uno dei Cortinari di maggiori dimensioni come mette in evidenza la denominazione di specie, “praestans”, per il suo portamento maestoso.
Il cappello è da prima emisferico, poi convesso, raramente appianato e può arrivare ad avere un diametro superiore anche ai 25 cm. Carnoso, un po’ viscoso col tempo umido, presenta un margine prima fioccoso per residui del velo, poi nudo e radialmente striato. La superficie pileica ha colorazioni che vanno dal bruno-cioccolata al bruno rossiccio con tonalità violette, con caratteristiche piccole placche lilla-argento.
Le lamelle sono mediamente fitte, adnato-smarginate, larghe e panciute e col tagliente seghettato; hanno un colore biancastro sporco o grigiastro, con sfumature violette e tendenti a divenire di color ruggine con la maturazione delle spore.
Gambo inizialmente obeso, che si fa cilindrico in seguito e che progressivamente si dilata in un bulbo basale non marginato, un po’ radicante, di colore biancastro o ocra chiaro tendente a decorarsi di fibrille longitudinali e da residui membranosi del velo generale che disegnano il gambo, soprattutto al suo apice, con una serie di braccialetti sovrapposti biancastri con sfumature azzurrine.
Carne soda, compatta, bianca o crema con lievi tonalità lilacine. Odore molto lieve, fruttato, talvolta un po’ terroso; sapore gradevole, dolce. Reazione brunastra con l’idrossido di potassio.
Il microscopio mette in evidenza delle spore a forma di limone, rivestite da grossolane verruche, e misuranti 15 / 18,5 x 8 / 9,5 micron.
Cortinarius praestans cresce talora in più esemplari dalla tarda estate all’autunno, su suoli prevalentemente calcarei di boschi di latifoglie (quercie, faggi, castagni) o misti a conifere (abeti). E’ un fungo abitudinario perché si ritrova spesso, da un anno all’altro, nelle stesse stazioni di crescita.
Possibilità di scambio
Pur non possedendo le dimensioni notevoli del C. praestans, molti Cortinari del gruppo dei Phlegmacium hanno taglie grandi. La specie più somigliante pare essere C. cumatilis, più piccola del C. praestans, che cresce esclusivamente nei boschi di conifere, in alta montagna


Cortinarius praestans

Cortinarius praestans

Cortinarius praestans

Cortinarius praestans

Cortinarius praestans

Cortinarius praestans

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