domenica 8 marzo 2015

Melanoleuca melaleuca (Pers.) Murrill

Scheda redatta dal Sig. Marino Zugna del Forum AMB Muggia

Melanoleuca melaleuca (Pers.) Murrill, Mycologia 3(3): 167 (1911)

Basionimo: Agaricus melaleucus Pers., Syn. meth. fung. (Göttingen) 2: 355 (1801).
Sinonimi: Agaricus melaleucus Pers., Syn. meth. fung. (Göttingen) 2: 355 (1801).
Boletopsis melaleuca (Pers.) Fayod, Malpighia 3: 72 (1889).
Gyrophila melaleuca (Pers.) Quél., Flore mycologique de la France et des pays limitrophes: 267 (1888).
Gyrophila melaleuca var. melaleuca (Pers.) Quél., Flore mycologique de la France et des pays limitrophes: 267 (1888).
Tricholoma melaleucum (Pers.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 133 (1871).

Sistematica: Agaricaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota, Fungi.

Quadro macroscopico della raccolta
Pileo 65-75 mm, da disteso ad appianato-depresso, con o senza basso umbone ottuso, margine sottile,
Melanoleuca melaleuca

diritto, delicatamente lobato, da lievemente involuto a leggermente revoluto, intero o accidentalmente lacerato. Igrofano. Cuticola liscia e glabra, con il secco di colore bruno-grigiastro abbastanza uniforme; con l’umidità bruno-tabacco a chiazze e con porzione discale più chiara. In exsiccatum uniformemente di colore bruno-avana (SY-131).
Lamelle fitte, ventricose, smarginate, decorrenti per un breve dentino, inframezzate da 1-2 lamellule di diversa lunghezza; alte all’incirca 10 mm, (come lo spessore della carne al disco); all’inizio bianche, poi crema-biancastro; filo lamellare intero, sinuosetto, concolore alle facce.
Stipite 50-55 x 8,5-10 mm, cilindrico, diritto, leggermente svasato all’apice e allargato fino a 20 mm, alla base. Molto finemente pruinoso nella porzione apicale, delicatamente striato e leggermente fibrilloso altrove; da biancastro a crema-biancastro, appena bruniccio con l’umido. Base rivestita da abbondante feltro miceliare bianco e frammenti di substrato.
Carne soda e di colore bianco nel pileo, appena lievemente imbrunente e fibrosetta nello stipite, immutabile negli exsiccatum.
Odore non testato. Sapore “exsiccatum” dolce, appena leggermente cianico, tipico del genere.

Quadro microscopico della raccolta
Spore (6,8) 7,3- 7,8 -8,7 (9,2) x (4,5) 4,8- 5,0 -5,4 (5,8) µm, Q. = (1,4) 1,4- 1,5 -1,7 (1,8); Vol. = (75) 90- 94 - 129 (158) µm³, ellittiche, ornate da verruche poco dense, non molto prominenti, da isolate a collegare da brevi e basse creste, plaga ilare non visibile.
Basidi (21,1) 22,9- 26,85 -30,0 (33,4) x (7,7) 8,1- 9,1 -10,2 (10,3) µm, Vol.m.= (829) 875- 986 -1550 (1840) µm³, strettamente clavati, tetrasporici. Trama lamellare parallela, formata da ife cilindriche.
Spore di Melanoleuca melaleuca - Photo by M.Zugna
Cheilocistidi (35,6) 44,5- 47,83 -64,9 (85,1) x (8,3) 9,8- 11,86 -14,9 (18,8) µm, Vol.m.= (1516) 2590- 3119 -6844 (11643) µm³, metuloidi, in stragrande maggioranza fusiformi con ventre più o meno allargato, con o senza breve pedicello, in alcuni casi con un setto mediano. Raramente sublageniformi. Rari quelli con muricazione apicale. Filo lamellare eteromorfo, composto da non molto numerosi cheilocistidi, frammisti a basidi e basidioli. Pleurocistidi non molto numerosi simili ai cheilocistidi nelle forme e nelle misure.
Pileipellis di tipo ixocutis spessa fino a 50 µm, formata da un sottile strato di ife gelatinizzate, con diametro (4,3) 6,2- 8,12 -9,5 (9,5) µm, ialine; terminali cilindrici, di pari spessore o leggermente affusolati all’apice, in alcuni casi tendenti a sollevarsi leggermente a formare un subtricoderma. Subpellis composta da ife cilindriche, confusamente intrecciate. Pileocistidi non osservati.
Caulopellis di tipo cutis, composta da ife cilindriche, le esterne con diametro (2,6) 2,9- 3,7 -5,9 (6,6) µm, quelle interne con diametro µm, ialine, lungamente settate.
Caulocistidi (46,1) 57,1- 61,6 -78,6 (84,1) x (6,8) 7,4- 9,5 -12,1 (14,9) µm, Vol.m.= (203) 319- 376 -814 (938) µm³, metuloidi, in maggioranza sublageniformi (tipo Exscissae), con il ventre non molto largo, un setto mediano e terminale lanceolato e con muricazione apicale. A gruppetti più o meno densi nella porzione superiore dello stipite, frammischiati ai peli caulinari.
Peli caulinari da clavati a subclavati (10,5) 11,5- 13,45 -20,6 (24,2) x (6,0) 6,7- 7,4 -9,4 (10,3) µm, Vol.m.= (203) 319 - 376 -814 (938) µm³, frammischiati ai metuloidi.
Giunti a fibbia assenti in tutti i tessuti del basidioma.
Sporata “ottenuta su vetrino posto in exsiccatum”, biancastra = IIa (cod. Romagnesi).
Reazioni chimiche: Tintura di Guaiaco (da exsiccatum), negativo.

Osservazioni
Ad oggi, la maggior parte degli Autori ritengono M. melaleuca una specie cistidiata, per maggiori approfondimenti (Fontenla, Gottardi & Para 2003).
Sistematicamente, il prof. Marcel Bon, colloca M. melaleuca nel Sottogenere Melanoleuca Bon; Sezione Melanoleuca Bon; sottosezione Vulgarinae (Sing.) Bon.
Nella raccolta da noi presa in esame, abbiamo riscontrato una vistosa differenza tra i cistidi imeniali (quasi totalmente fusiformi) e i caulocistidi (quasi totalmente di tipo Exscissae). Inoltre, la pileipellis ha evidenziato un leggero, ma netto, strato di ixocute.
Per quanto riguarda le caratteristiche macroscopiche, la specie che si avvicina di più è Melanoleuca polioleuca (Fr.) Kühner & Maire 1934, la quale si differenzia per avere uno stipite con carne inscurente molto rapidamente, fin quasi ad annerire, e per un lungo tratto visibilmente pruinoso. Habitat prevalentemente praticolo.
In quanto alle caratteristiche microscopiche, dobbiamo dire che esse sono risultate quasi sovrapponibili, al punto da non riuscire a discriminare i due taxa dal punto di vista anatomico.
Forse c’è una minima percentuale a favore di M. polioleuca (per quanto riguarda la struttura gelatinizzata della pileipellis).
In conclusione, visto che i caratteri anatomici poco ci vengono in aiuto, è soprattutto per i caratteri macroscopici che ipotizziamo per questo taxon, l’epiteto specifico di cui sopra.
                                                                                                                      
Materiali e Metodi
I reperti sono stati reidratati e osservati in KOH 2%, ove necessario, si è adoperato Rosso Congo Ammoniacale 2% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità, effettuate in proiezione laterale ed altrettante in proiezione frontale, prelevate da zone non imeniali, senza tener conto dell’apiculo e scartando spore ancora evidentemente immature. Le misure sottolineate si riferiscono alle medie. Per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Else C. Vellinga1998: Flora Agaricina Neerlandica 1- Chapter 8; Glossary. Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata ed i nomi degli Autori, abbiamo fatto riferimento a http://www.indexfung...names/Names.asp e http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx. Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trinoculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto macro sono eseguite in habitat, dal signor Bruno de Ruvo, con l’ausilio di una fotocamera Reflex Nikon D3X, obiettivo Nikkor 60 mm Micro. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex Canon EOS 50D, posta sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. Le collezioni sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

Dati relativi alla raccolta
N. scheda: 5080. Data di ritrovamento: 15/05/2013. Località: Ceppo - abetaia secolare. Comune: Rocca Santa Maria. Coordinate geografiche: 339; III; TERAMO. Altezza slm: f. 4. Habitat: In bosco misto, tra Abies sp. , Fagus sylvatica. Determinatore: Zugna M. Legit: de Ruvo B. Data inserimento in erbario: 22/07/2013.

Bibliografia
Bas, C., Kuyper, Th.W., Noordeloos, M.E. & Vellinga, E.C. (eds) (1999). Flora Agaricina Neerlandica 4. Strophariaceae, Tricholomataceae (3). Rotterdam: Balkema.
Bon, M. (1991). Les Tricholomes et Ressemblants. Flore Mycologique d’Europe 2. Doc. Mycol. Mém. Hors Sér. 2.
Caroti V., Giovanni Consiglio G., Marco Contu M., Fontenla R, Roberto P. 2007. Contributo alla conoscenza dei Macromiceti dell’Emilia-Romagna. Genere Melanoleuca. Boll. AMER 67, Anno XXII, 2006 (1): 9-39.
Fontenla R., Gottardi M. & Para R., 2000 [2001]. Osservazioni sul genere Melanoleuca (2° contributo). Melanoleuca khueneri Bon. Boll. AMER, 16 (1-2) (= 49-50): 58-68.
Fontenla R., Gottardi M. & Para R., 2002. Osservazioni sul genere Melanoleuca (4° contributo). Una specie comune ma poco rappresentata: Melanoleuca politoinaequalipes (Beguet & Bon). Riv. Micol. 2002 (1) : 49-57.
Fontenla R., Gottardi M. & Para R., 2002. Osservazioni sul genere Melanoleuca (7° contributo): Melanoleuca substrictipes. Micol. Veget. Medit., 17 (2): 149-154.
Fontenla R., M. Gottardi & Para R. (2003) - Fungi non delineati. Pars XXV Osservazioni sul genere Melanoleuca. Edizioni Candusso I-Alassio (SV).
Melanoleuca melaleuca

Melanoleuca melaleuca



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