martedì 14 aprile 2015

Conocybe pseudocrispa (Hauskn.) Arnolds

Scheda redatta dal Sig. Marino Zugna del Forum AMB di Muggia

Conocybe pseudocrispa (Hauskn.) Arnolds, Persoonia 18(2): 227 (2003)

Basionimo: Conocybe albipes var. pseudocrispa Hauskn., Öst. Z. Pilzk. 7: 106 (1998)
Sinonimi: Conocybe albipes var. pseudocrispa Hauskn., Öst. Z. Pilzk. 7: 106 (1998)

Posizione Tassonomica: Bolbitiaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota, Fungi

Basidiomi di piccole dimensioni e di forma tipicamente micenoide, con carne poco consistente e senza odori o sapori particolari.
Quadro macroscopico della raccolta
Pileo largo 15-30 mm, alto 10-15 mm, all’inizio da paraboloide a conico, quindi conico-campanulato, infine campanulato-convesso, mai completamente disteso; margine intero o solo accidentalmente inciso. Non igrofano. Cuticola liscia, con l’età corrugata nella porzione marginale; di colore beige più o meno uniforme, spesso soffusa a toni grigiastri e/o giallo-crema a seconda del grado di umidità, appena giallo-ocracea nella porzione discale degli adulti.
Lamelle sublibere, ventricose e larghe, leggermente eccedenti il margine pileico, mediamente rade (in un basidioma maturo abbiamo contato 25 lamelle), intercalate da 3 lamellule; all'inizio di colore ocraceo quindi rugginose, filo lamellare, concolore leggermente più chiaro, intero. Non manifestamente deliquescenti a maturità, spesso crespate.
Stipite 40-90 x 1-3 mm, cilindrico, leggermente svasato nella porzione apicale, e con base da cilindrica a leggermente allargata, spesso leggermente bulbosetta. Completamente bianco negli esemplari giovani, poi ocraceo, imbrunente-ingrigente con l’età. Striato per l’intera lunghezza, finemente forforaceo su tutta la superfice.
Carne esigua, sapore mite, odore non testato.
Reazioni chimiche: NH4OH negativo anche dopo 12 ore.

Descrizione degli elementi microscopici
Spore (13,0) 13,7-15,6 (16,6) x (7,4) 7,8-8,9 (9,4) µm, in media 14,80 x 8,44 µm, Q. = (1,5) 1,6-1,8 (1,9); Q.m.= 1,75; Vol. = (380) 448-643 (731), Vol.m.= 555 µm³, ellissoidi, non lentiformi, in KOH 2% di colore marrone-rossastro, giallastre in NH4OH 25%, lisce al microscopio ottico, parete spessa 0,7-1,3 µm, poro germinativo centrale, largo 1,0-2,1 µm, apiculo poco evidente.
Basidi 17,7-21,6 x 8,9-10,7 µm, in media 19,5 x 9,6 µm, Q.m.= 2,0 Vol.m.= 968 µm³, clavati, tozzi, totalmente bisporici, contornati da pseudoparafisi 12,1-16,9 x 7,0-11,0 µm (imenio coprinoide), clavate, poco reidratabili, visibili solo negli esemplari immaturi; subimenio di tipo ifale. Trama lamellare composta da cellule inflate.
Cheilocistidi 16,6-22,3 x 6,5-10,9 µm, in media 20,2 x 8,5 µm, collo 2,3-5,5 x 2,3-5,5 µm, in media 3,6 x 1,7 µm; bulbillo Ø 3,9-5,6 µm, in media 4,7 µm; con base non peduncolata, sormontanti una cellula subisodiametrica, filo lamellare eterogeneo, composto da cheilocistidi frammisti a pseudoparafisi clavate o sferopeduncolate simili a quelle che contornano i basidi, pleurocistidi assenti.
Pileipellis di tipo imeniderma, formata da cellule sferopeducolate 23,3-40,1 x 13,1-23,4 µm, ialine, o con base lievemente pigmentata di brunastro.
Pileocistidi piliformi lunghi 41,5-124,3 µm, larghi alla base 1,7-4,9 µm, osservabili soprattutto “o quasi esclusivamente), nei giovani esemplari. Pileocistidi lecitiformi non osservati.
Caulopellis di tipo cutis, composta da ife cilindriche, con diametro 2,1-6,0µm, ialine, settate.
Caulocistidi versiformi, subclavati o sferopeduncolati, misuranti 9,9-13,4 x 6,7-9,0 µm, lageniformi con base obesa, collo flessuoso e apice poco differenziato, misuranti 19,1-58,0 x 6,7-9,4 µm, collo con diametro 1,5-5 µm; piliformi, misuranti 69 x 1,5 µm, frammischiati e raggruppati in mucchietti su tutta la superficie caulinare.
Nella porzione estrema dello stipite abbiamo osservato rari e molto sparsi caulocistidi di tipologia lecitiforme con dimensioni simili a quelle del filo lamellare, dispersi e rarissimamente presenti fino a metà dello stipite.
Giunti a fibbia, mediamente abbondanti nelle ife della trama pileica, nelle ife della trama lamellare e nella caulopellis, scarsi alla base delle cellule della pileipellis, non osservati alla base dei basidi.
Reazioni chimiche: NH4OH (da exsiccatum) negativo anche dopo 12 ore.

Materiali e Metodi
La descrizione macroscopica e lo studio microscopico sono stati eseguiti su materiale secco, reidratato e osservato in KOH 2% e/o in Rosso Congo ammoniacale 6%.
NH4OH 25% è stato usato per osservare l’eventuale formazione di cristalli nell’imenoforo (reazione ±).
Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr
Le misure sporali fanno riferimento a 100 unità in proiezione frontale ed altrettante in proiezione laterale, prelevate da porzioni non imeniali, senza tenere conto dell’apiculo e dell’eventuale sporgenza del poro germinativo, scartando spore ancora evidentemente immature; per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti e fino a cinquanta misure a tipologia.
Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Else C. Vellinga 1998: (Flora Agaricina Neerlandica 1- Chapter 8; Glossary).
Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata e gli Autori delle specie, nella maggior parte dei casi, si è fatto riferimento all’Index Fungorum http://www.indexfungorum.org/ e http ://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx
Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trioculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posto sul terzo occhio del trioculare di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. Le collezioni d’erbario sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

Dati relativi alla raccolta e Habitat
N. scheda: 4922. Data di ritrovamento: 02/08/2012. Località: Centrale Enel Venacquaro. Comune: Intermesoli di Pietracamela. Coordinate geografiche: 42°30'39.53"N 13°30'44.98"E. Altezza slm: 1110. Habitat: Su sterco equino.
La stazione di raccolta è abbastanza singolare in quanto si tratta di un tratto di bosco, adibito a ricovero equino, dove sostano per il riposo notturno numerosi mūlus “muli”. La raccolta è stata effettuata con il tempo secco e si riferisce ad una moltitudine incredibile di esemplari, formata da molte centinaia di individui (un migliaio?), sviluppatisi in formazione gregaria, in ottimo stato vegetativo e nei diversi stadi maturativi. La singolarità “se così si può dire riferendosi a funghi fimicoli”, è che questa fruttificazione si è sviluppata nel medesimo sito e sullo stesso substrato dove, un mese dopo, si è riscontrata una, meno copiosa (un centinaio di esemplari), di Conocybe antipus.
Legit: Bruno de Ruvo. Determinatore: Marino Zugna. Data inserimento in erbario: 21/11/2012.

Osservazioni 
A prima vista, i toni pileici chiari dei basidiomi ed in alcuni casi le lamelle tendenti ad incresparsi, non aiutano molto ad inquadrare la specie. Fortunatamente, in questo caso, ci viene in aiuto la microscopia, in quanto, la presenza di pseudoparafisi (sebbene non ben evidenti in quanto poco reidratabili), i basidi totalmente bisporici e la misura delle spore, sono caratteri che la differenziano dalle specie similori e aiutano nella delimitazione del taxon. In ogni caso, nella ricerca di una possibile alternativa “vista l’incertezza di una presunta presenza di psaudoparafisi”, abbiamo seguito tutte le chiavi dicotomiche delle Sezioni e nonostante ciò non abbiamo trovato alternative valide se non quella da noi proposta.
Sistematicamente, C. pseudocrispa si colloca nella Sezione Candidae, Sottosez. Candidae, Serie Albipes, assieme ad altre quattro taxa ed una varietà europee tutte con basidi tetrasporici, esse sono: C. albipes var. albipes Hauskn. 1998. C. albipes var. rugata Hauskn. 1998, basidi tetrasporici. C. romagnesii Hauskn. & G. Moreno 2005, basidi tetrasporici. C. crispella (Murrill) Singer 1950, basidi tetrasporici. C. zeylanica (Petch) Boedijn 1951, basidi tetrasporici.
Una confusione potrebbe avvenire anche con altre specie bisporiche, non appartenenti alla Sezione Candidae ma alla Sezione Mixtae o alla Sezione Piloselle, e più specificatamente con le bisporiche C. siliginea (Fr.) Kühner, e con C. rickenii (Jul. Schäff.) Kühner 1935 le quali, pur possedendo entrambe, basidi bisporici non presentano pseudoparafisi. Altri taxa bisporici appartenenti alla Sezione Conocybe non sono state prese in esame per evidenti motivi.
C. merdaria Arnolds & Hauskn. 2003, specie bisporica priva di pileocistidi piliformi e con caulocistidi lecitiformi misti a peli ma, in questo caso, i lecitiformi sono presenti in una percentuale assolutamente maggiore, inoltre, l’aspetto macroscopico è differente in quanto essa presenta basidiomi esili e con cuticola pileica completamente striata.
C. macrospora (G.F. Atk.) Hauskn. 2003, specie bisporica a spore enormi, che arrivano fino a 23,5 x 12,5 µm.

Bibliografia:
Arnolds 2006: Flora Agaricina Neerlandica n° 6
Bon M. 1992: D. Myc. TOME XXI, Cle monografique des speces GALERO - NAUCURIOIDES
Breitenbach J. & F. Kränzlin 1995: Champignons de Suisse Tome 4
Doveri F., 2004. Funghi fimicoli Italici. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici
Hausknecht A. 2009: Fungi Europaei. Conocybe & Pholiotina. Edizioni Candusso 2009
Index Fungorum: http://www.indexfung...Names/Names.asp
Meusers M.: 1996: Clè de Espécies européennes des genres Conocybe et Pholiotina

Noordeloos, M.E. , Kuyper, Th.W., & Vellinga, E.C. (eds) (2005). Flora Agaricina Neerlandica 6. Coprinaceae, Bolbiticeae. Rotterdam: Balkema. 227 pp.

Conocybe pseudocrispa

Conocybe pseudocrispa

Conocybe pseudocrispa

Conocybe pseudocrispa

Conocybe pseudocrispa

Spore di Conocybe pseudocrispa - Photo by Marino Zugna

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