Flammulaster carpophilus var. subincarnatus (Joss. & Kuhner) Vellinga = Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle ex Vellinga
determinazione, foto micro, descrizione e discussione di Marino Zugna
Posizione Sistematica: Inocybaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi
Quadro macroscopico della raccolta
Pileo 5-10 mm, all'inizio da emisferico a paraboloide, in seguito convesso, infine piano-convesso. Cuticola di color ocra chiaro abbastanza uniforme in tutta la superficie. In gioventù, la porzione discale risulta ornata da fine granulosità forforosa o fioccosità di colore beige, più labile verso la periferia e con il margine da fortemente forforoso a ciliato. In vecchiaia da molto finemente granulosa a liscia, opaca e con lievi toni rosati.
Lamelle adnate allo stipite, larghe più volte lo spessore della carne pileica, piuttosto spesse, convesse, molto spaziate (da 9 a 15 lamelle negli esemplari adulti), intercalate da 1-3 (5) lamellule, in gioventù ocra molto chiaro poi concolori al pileo, filo lamellare bianco, finemente ciliato.
Stipite 5-15 x 1-2 mm, cilindrico o leggermente allargato verso l'alto, diritto, alle volte sinuoso, concolore alla superficie pileica fistoloso, ornato da fioccosità e corte ciglia più chiare. base appena allargata, piatta, strigosetta per i numerosi peli ifali di colore bianco che la ricoprono.
Carne esigua, lievemente ocracea; odore e sapore non testati.
Quadro microscopico della raccolta
Spore "da porzione stipitale" (6,5) 7,0-7,7-8,5 (10,5) x (3,5) 4,2-4,8-5,2 (5,8) µm, in media 7,80 x 4,77 µm, Q. = (1,38) 1,48-1,8 (2,31) , Q.m. = 1,64, Vol. = (47) 71-118 (160) µm³, Vol.m = 94 µm³, in proiezione laterale, prevalentemente amigdaliformi con bassa papilla apicale, in proiezione frontale romboidali, lisce, parete sottile, da ialine a giallastre in H2O, inamiloidi, con all'interno una o più guttule lipidiche rifrangenti, pro germinativo assente.
Basidi (18,7) 19,5-23,9-25,5 (25,8) x (5,4) 5,6-6,4-7,2 (7,38) µm, Q.m. = 3,59, Vol.m = 502 µm³, clavati, tetrasporici e bisporici con lieve superiorità percentuale per quelli tetrasporici.
Trama lamellare formata da ife inflate.
Cheilocistidi (26) 28,7-38,1-46,7 (50,3) x (4,5) 5,7-7,7-9,9 (11,3) x (3,3) 4-5,7-7,3 (7,9) µm, da cilindrici a subcilindrici con apice da appena ristretto a leggermente allargato, spesso sublageniformi, alle volte flessuosi, ialini, leggermente ricoperti da una sostanza mucosa rifrangente. Filo lamellare sterile. Pleurocistidi non osservati.
Pileipellis (27,5) 29-35,4-49,8 (52,9) x (15,1) 16,9-23,6-31,9 (35,5) µm, Q.m. = 1,58, Vol.m = 12144 µm³, formata da cellule subpiriformi o subglobulose, concatenate o raggruppate a mucchietti, con parete sottile, ialine o appena leggermente pigmentate, spesso ornate da gocce mucose rifrangenti. Poco o per nulla incrostante.
Caulopellis disposta in cutis, (6,7) 7,4-11,4-15,7 (16,3) µm, formata da ife settate, da ialine a pigmentate di giallastro, finemente incrostate.
Caulocistidi (30) 34-56-76,3 (81,7) x (3,6) 3,8-5,8-8 (9,6) x (3,2) 4,5-5,5-6,5 (6,8) µm, da cilindrici con apice di pari spessore o leggermente allargato o anche leggermente ristretto a strettamente clavati fino a sublageniformi, disposti in folti mazzetti su buona parte dello stipite.
Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti del basidioma.
Osservazioni
Sistematicamente, F. carpophilus var. subincarnatus, per le spore a parete sottile "più o meno collassante", di color giallastro chiaro se osservate in H2O al microscopio, le lamelle per lungo tempo giallo pallido o ocra pallido, e il diametro pileico ≤10 mm, o appena di poco superiore, si colloca nella Sezione Flammulaster dell'omonimo genere.
Nella medesima Sezione coesistono diverse entità non da tutti accettate in quanto esistono pareri differenti fra i vari Autori. Nel suo studio sul genere Flammulaster, Vellinga (1986), sostiene che i caratteri differenziali di F. subincarnatus, in quanto rientranti nella variabilità fenotipica di F. carpophilus var. carpophilus (Fr.) Earle 1909, non sono tali da mantenere separato il taxon a livello specifico quindi lo riconduce a livello varietale di quest'ultimo e, per le medesime motivazioni, ricombina a livello varietale pure F. carpophiloides (Kühner) Watling 1967 e F. rhombosporus (G.F. Atk.) Watling 1967.
Per contro, il Prof. Marcel Bon (1992), riconosce il rango il rango specifico di F. carpophiloides, F. rhombosporus F. subincarnatus.
Noi, in passato, abbiamo studiato un'ulteriore raccolta di F. subincarnatus, ed anche in quel caso ci siamo imbattuti in tipologie di spore e cheilocistidi molto simili "se non identiche", a quelle riscontrate nella raccolta in oggetto.
Sembra singolare il fatto che, una specie, se pur simile nell'habitus, ma con due caratteri "spore e cheilocistidi", sostanzialmente differenti, possa essere trattata come "rientrante nella variabilità fenotipica" di un'altra specie, la quale dimostra una micrografia visibilmente differente.
In ogni caso, abbiamo avuto l'occasione di constatare, e qui segnaliamo, un particolare che potrebbe far riflettere sulle effettive "sostanziali" differenze di alcuni caratteri, nel nostro caso microscopici, che sembrerebbero non modificabili nelle forme ma che, di fatto, lo sono.
Si tratta delle spore e delle loro forme e misure che, in questa occasione, sono state prelevate da una porzione lamellare ed hanno dimostrato un evidente e pronunciato dimorfismo, tanto che, abbiamo voluto fare una misurazione di 100 unità per confrontarle con quelle misurate sullo stipite e inserite nella scheda descrittiva.
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