Russula foetens (Pers.) Pers., Observ. mycol. (Lipsiae) 1: 102 (1796).
Typus: Lectotipo (obbligatorio ma non designato) tav. 292 of Bulliard 1788, Herb. France, ("Ag. piperatus").
Sinonimi: Agaricus incrassatus Sowerby, Col. fig. Engl. Fung. Mushr. (London) 3: pl. 415 (1809).
Agaricus bulliardii J.F. Gmel., Systema Naturae, Edn 13 2(2): 1413 (1792)
Agaricus fastidiosus Pers., Ann. Bot. (Usteri) 15: 9 (1795) (fide Persoon).
Agaricus foetens (Pers.) Pers. Observ. mycol. (Lipsiae) 1: 102 (1796)
Posizione sistematica: Russulaceae, Russulales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota.
Diagnosi Latina (Persoon, C.H. 1796, Observationes mycologicae 1: 102
Russula foetens: gregaria, pileo lato depresso, sordide flavescente: margine fornicato, striis tuberculatis rugoso, lamellis basi venis connexis, stipiteque brevi pallescentibus.
Agaricus piperatus. Bull. herb. de la Franc. pl. 292
Agaricus fastidiosus, in Usteri N. Bot. Annalen St. IX. pag. 9. Hab. haud rarus in faginetis aestate, & autumni initio, locis graminosis; praecedente [Russula ochroleuca] dimidio major, colore opacus, nonnunquam parum ad lateritium vergit, margine tenuis, pellucidus, grosse striatus, sapore acris & odore plumam adustam propemodum adaequat.
Quadro macroscopico della raccolta
|
Russula foetens |
La raccolta fa riferimento a cinque esemplari in differenti stadi di maturazione. Basidiomi di dimensioni medio-grandi, carne di consistenza gessosa, odore forte e particolare.
Pileo diametro 40-120 mm, all'inizio subgloboso, poi convesso, infine disteso con depressione più o meno accentuata al disco e con il margine ottuso, intero o accidentalmente fessurato, quindi scanalato tubercolato. Cuticola separabile fino a un terzo del raggio, già da subito molto viscosa e spesso con grumi mucosi con l'umidità; lucida con il tempo secco. All'inizio intera, a maturazione striata da fibrille radiali, in vecchiaia finemente screpolata. Inizialmente di colore biancastro, macchiata di crema-ocraceo più o meno carico, spesso chiazzata di brunastro-rugginoso o completamente di questo colore, o bruno-nerastro, con l'avanzare della maturazione.
Lamelle da sub libere ad arrotondate all'inserzione, ventricose, all'inizio mediamente fitte, moderatamente spesse, raramente bifide, intercalate da scarse lamellule, intervenate ai seni, piuttosto fragili, inizialmente biancastre con lieve riflesso ocraceo, poi ocracee, in vecchiaia, macchiate di bruno-rugginoso; filo lamellare intero, all'inizio ocraceo, quindi rugginoso a zone.
Stipite 30-90 x 20-40 mm, tarchiato, cilindrico, di uguale spessore o appena leggermente svasato all'apice e rastremato alla base; pruinoso in alto, finemente ruguloso; fondamentalmente di colore bianco, presto macchiato di ocraceo rugginoso a zone e verso la base; già dall'inizio lacunoso, quindi cavernoso; corteccia non molto spessa.
Carne all'inizio dura e compatta, quindi fragile, inizialmente di colore bianco via via più o meno chiazzata di ocraceo rugginoso.
Odore sul fresco subito di varechina "in exsiccatum", intenso e fragrante, come di caramella mou.
Sapore "in exsiccatum", amaro e leggermente acre.
Sporata (non ottenuta), crema verso IIc, secondo (Romagnesi 1967).
Reazioni macrochimiche: Guaiaco = lentamente verde. KOH = negativo.
Reazioni microchimiche: dopo il passaggio in Sulfovanillina, le ife oleifere ed i laticiferi della pileipellis si sono dimostrati ingrigenti ed i cistidi imeniali annerenti; mentre, i peli della pileipellis i pileocistidi così come i basidi, si sono dimostrati insensibili.
Quadro microscopico della raccolta
|
Russula foetens - Photo by Marino Zugna
|
Spore (8,31) 8,81-10,30 (11,92) x (6,37) 6,71-8,14 (9,28) µm, in media 9,55 x 7,4 µm; Q. = (1,16) 1,23-1,37 (1,45), Q.m. = 1,29; Vol. = (176) 213-348 (525) µm³, Vol.m. = 277 µm³; da obovoidi a subellissoidi in proiezione laterale, subglobose in proiezione frontale, ornate da aculei lunghi 0,92-1,48 µm, frammisti a basse verruche perlopiù libere, o solo raramente riunite in brevi creste allineate e da altrettanto rare e basse connessioni zebranti; plaga ilare non amiloide o appena segnata ai bordi.
Basidi 66,2-83,4 x 10,6-15,1 µm, in media 74,9 x 12,7 µm, Q.m. = 5,9; Vol.m = 6499 µm³, strettamente clavato-peduncolati, tetrasporici, bisporici non osservati; insensibili in SV.
Cistidi imeniali (misure con appendice) 72-120 x 7,4-15 µm, in media 98,7 x 11,1 µm, Q.m. = 9,0; Vol.m. = 6675 µm³, strettamente fusiformi, in quantità numerosissima, la maggior parte con corta appendice apicale multiforme; annerenti in SV. Pleurocistidi altrettanto numerosi, simili per forme e misure; annerenti in SV.
Pileipellis formata da peli subcilindrici, flessuosi, 1-2 volte settati, con terminale largo 2,2-3,5 µm, in media 2,9 µm, e lungo fino a 51 µm, apice solitamente da attenuato a subclavato; insensibili in SV.
Pileocistidi unicellulari, solitamente fusiformi e molto spesso con mucrone apicale, al ventre larghi 5,0-9,6 µm, in media 7,3 µm, da poco numerosi a scarsi; insensibili in SV.
Osservazioni
Macroscopicamente, R. foetens, si riconosce per la taglia medio-grande; la cuticola, specialmente negli esemplari giovani, ricoperta da glutine; il margine scanalato e tubercolato; la carne molto acre, non ingiallente e insensibile al KOH, l'odore sgradevole, principalmente di varechina; le spore ad aculei isolati molto voluminosi e con connessioni zebranti assai rare. Adottando sistematicamente (Sarnari 1998), per la peculiarità delle sue caratteristiche anatomiche, R. foetens si colloca nel sottogenere Ingratula Romagn., sezione Ingratae (Quélet) Maire, sottosez. Foetentinae (Melzer & Zvara) Singer, serie Foetens Sarnari; assieme ad un nutrito numero di specie, delle quali le più prossime vengono sinteticamente descritte di seguito. La specie che più si avvicina alla nostra è sicuramente R. subfoetens W. G. Smith 1873, la quale possiede la carne ingiallente con KOH; ad verruche coniche, poco voluminose, isolate o allineate in linee zebranti e rare connessioni.
R. putida Sarnari 1998, è specie che preferisce l'habitat mediterraneo, si distingue per la statura inferiore; il portamento slanciato; l'assenza di glutine sulla cuticola; le spore crestato reticolate.
R. inamoena Sarnari 1994, anch'essa legata all'habitat mediterraneo, simile a R. subfoetens, si riconosce per la reazione nulla della carne al KOH; le spore crestato reticolate. Alla stessa serie apparterrebbero anche R. grata Britzelmayer, e R. josserandii Bertault , due specie di incerta interpretazione. Altre specie, appartenenti alla serie Laurocerasi ed in qualche modo confondibili sono: R. laurocerasi Melzer, possiede odore di mandorle amare e spore ornamentate da creste alate. R. illota Romagnesi, possiede odore di mandorle amare con effluvi di varechina e spore crestato reticolate. R. fragrantissima Romagnesi, possiede un forte odore di marzapane e spore crestato reticolate.
Materiali e Metodi
Lo studio è stato compiuto su materiale secco, reidratato con KOH 5%. I preparati sono stati osservati usando come mezzo di governo H2O; ove necessario si è adoperato Rosso Congo
Ammoniacale 2% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari. Sulfovanillina = (SV) per testare la reazione di pileocistidi e cistidi imeniali. Il reagente di Melzer è stato utilizzato per l'accertamento di amiloidia delle spore e la loro eventuale ornamentazione. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità, effettuate in proiezione laterale e, nel caso di spore inequilaterali anche in proiezione frontale, ottenute da sporata o prelevate da altre zone non imeniali, scartando spore ancora evidentemente immature e senza tener conto di eventuali ornamentazioni che, nel caso, si sono misurate a parte, per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Else C. Vellinga 1998: (Flora Agaricina Neerlandica 1- Chapter 8; Glossary). Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata e gli Autori delle specie, nella maggior parte dei casi, si è fatto riferimento all'Index Fungorum http://www.indexfungorum.org/ e http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx . Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trinoculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto macro sono eseguite in habitat e/o, se necessario, in studio, con l'ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D + obiettivo Canon EF 100mm f/2.8 Macro USM. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con il corpo macchina della medesima fotocamera, posto sul terzo occhio del trinoculare di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. Le collezioni d'erbario sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.
Dati relativi alla raccolta N. scheda: 4701. Data di ritrovamento: 24/07/2011. Località: Rio Arno, zona centrale elettrica. Comune: Pietracamela. Coordinate geografiche: 42°30'33.73"N 13°32'28.47"E. Altezza slm: f. 4. Habitat: Bosco di Fagus sylvatica. Determinatore: Zugna M. Legit: de Ruvo B.
Data inserimento in erbario: 13/08/2011
Bibliografia consultata
BON M. (1988) - Clé monographique des russules d'Europe, Doc. myc Tome XVIII - N° 70-71.
CETTO, B. (1989-1993) - I funghi dal vero, I-VII. Saturnia, Trento.
Cesalena Z. (1991) – Il genere Russula. Gruppo Micologico Bresadola - Vigevano
COURTECUISSE, R. & DUHEM, B. (1994) - Champignos de France et d'Europe. Lousanne.
Galli R. (1996) - Le russule Ed EN – EDINATURA.
Kränzlin F., 2005- Champignons de Suisse. Tome 6. Russulaceae. Luzern, 340 pp.
Romagnesi H. (1967) - Les Russules d'Europe et d'Afrique de Nord. Bordas, Paris.
Sarnari M. (1998) - Monografia illustrata del Genere Russula in Europa, Tomo primo.