martedì 30 gennaio 2024

Clavaria atroumbrina Corner, Annali di botanica, Memorie 1: 691 (1950)

Clavaria atroumbrina Corner, Annali di botanica, Memorie 1: 691 (1950)

Ritrovamento effettuato nella Riserva del Borsacchio e studiato dall'amico Adriano de Angelis.

Descrizione dal testo "I funghi Clavarioidi in Italia" di Marchetti e Franchi edito AMB

Descrizione:
fruttificazioni clavarioidi, fragili, alte fino a 50n mm, larghe 2-3 mm, semplici, non ramificate, solitarie o gregarie, anche in piccoli ciuffetti di pochi basidiomi fascicolati. 
Gambo: più o meno cilindrico, largo 1-2 mm, dritto o incurvato, spesso poco distinguibile dalla clava fertile superiore, in basso con residui miceliari biancastri.
Clava: subcilindrica, saltuariamente compressa, flessuosa, con l'apice ottuso e arrotondato. Superficie imenoforale liscia, da sottolineare rugosa a distintamente increspata e solcata longitudinalmente, di colore bruno, seppia, poi bruno-nerastro con l'età.
Carne: scura, dall'odore nullo o leggero erbaceo, si sapore mite.
Sporata:  bianca






lunedì 29 gennaio 2024

Melastiza cornubiensis (Berk. & Broome) J. Moravec , Mycotaxon 44 (1): 68 (1992)

Melastiza cornubiensis (Berk. & Broome) J. Moravec , Mycotaxon 44 (1): 68 (1992)

Determinazione eseguita dal Sig. Marino Zugna, sue le foto micro.

trattasi funghi ascomiceti che nascono sul terreno, di un bel colore rosso e provvisti di fine peluria ai bordi dell'apotecio.

Tassonomia

Divisione Ascomycota

Classe Pezizomycetes

Ordine Pezizales

Famiglia Pyronemataceae

Sinonimi

Melastiza chateri (W.G. Sm.) Boud. 1907








sabato 27 gennaio 2024

Lactarius romagnesii Bon , Docums Mycol. 9 (n. 35): 39 (1979)

Lactarius romagnesii Bon , Docums Mycol. 9 (n. 35): 39 (1979)

Un ritrovamento con uno studio che porta alla determinazione indicata ma rimane una specie molto critica, a tal proposito riporto un commento di Marco Floriani:

Lactarius romagnesii è una specie critica della sezione Plinthogali; oggigiorno è generalmente identificato come una specie dal cappello molto scuro, con margine crenulato e lamelle spaziate, crescente nei boschi di faggio. La delimitazione rispetto a L. ruginosus e L. subruginosus richiede un'attenta osservazione dei caratteri microscopici. (m.f.)

Foto micro e studio di Marino Zugna dell'AMB di Muggia







Mallocybe myriadophylla (Vauras & E. Larss.) Matheny & Esteve-Rav. , in Matheny, Hobbs & Esteve-Raventós, Mycologia : 10.1080/00275514.2019.1668906, 25 (2019)

Mallocybe myriadophylla (Vauras & E. Larss.) Matheny & Esteve-Rav. , in Matheny, Hobbs & Esteve-Raventós, Mycologia : 10.1080/00275514.2019.1668906, 25 (2019)

...indiscutibilmente un Inocybe a prima vista ma le vicende tassonomiche portano ad attribuire un nuovo nome di genere, dovremmo abituarci a questi cambiamenti che attualmente coinvolgono diversi generi, se non hai amici che "impazziscono" dietro a questo riordino non ne esci fuori. In questo caso grazie a Roberto Cagnoli.




venerdì 26 gennaio 2024

Panellus stipticus (Bull.) P. Karst. , Hattsvampar 14 : fig. 172 (1879)

 Panellus stipticus (Bull.) P. Karst. , Hattsvampar 14 : fig. 172 (1879)

Descrizione:

Cappello: 10-30 mm di diametro, reniforme, a forma di ventaglio, elastico tenace, asciutto, opaco, tomentoso-fioccoso, pruinoso, leggermente zonato, bruno-ocraceo-giallastro, beige-ocraceo, si decolora con l'età, margine ondulato, lobato,involuto.

Lamelle: annesse al gambo, fitte, unite da venature in prossimità del gambo, ricco, con tempo umido, di gocce di essudato/latice

Gambo: 3-10 mm, laterale, elastico, pieno, corto, largo all'apice, conico in basso, concolore al cappello.

Carne: elastica, coriacea a tempo secco, ocra-giallastro-pallido.

Odore: aromatico.

Sapore: astringente.





Pholiota limonella (Peck) Sacc. , Sill. fungo. (Abellini) 5 :753 (1887)

 Pholiota limonella (Peck) Sacc. , Sill. fungo. (Abellini) 5 :753 (1887)

Ritrovamento studiato dal Sig. Marino Zugna, sue le foto micro.
Descrizione dal sito dell'AMS di Pesaro

DESCRIZIONE:

Cappello: fino 6 cm di diametro, emisferico, poi convesso, in fine disteso con basso umbone ottuso; margine involuto e appendicolato. Cuticola viscosa, giallo-citrino tendente a bruno-rossastro chiaro al centro, ricoperta da squame concentriche bruno-rossiccie di forma ± triangolare.

Imenio: lamelle adnate, spesse, prima giallastre poi color cannella.

Gambo: a crescita cespitosa, fino a 5 x 1 cm, cilindraceo con base ingrossata e radicante, ± curvo, asciutto, bianco-giallastro, coperto da squame erette prima biancastre poi brune.

Veli: velo generale giallo-brunastro presente al margine del cappello. Velo parziale araneoso-cotonoso, bianco-giallastro, effimero, lascia una traccia anulare nella parte alta del gambo.

Carne: soda, giallastra, bruna alla base del gambo; odore debole e sapore mite.

Sporata: ruggine scuro.








giovedì 25 gennaio 2024

Hygrocybe mucronella (Fr.) P. Karst. 1879

 Hygrocybe mucronella (Fr.) P. Karst. 1879

Raccolta determinata con l'aiuto di Emanuele Campo esperto del Genere.
Scheda dal sito dell'AMINT

Tassonomia:

Divisione Basidiomycota

Classe Agaricomycetes

Ordine Agaricales

Famiglia Hygrophoraceae

Genere Hygrocybe

Sottogenere Pseudohygrocybe

Sezione Glutinosae

Sottosezione Insipidae

Sinonimi

Hygrophorus mucronellus Fr. 1838

Hygrocybe reae (Maire) J.E. Lange 1923

Etimologia

Hygrocybe dal greco hygros (umido) e kybe (testa) = testa umida.

mucronella da mucrone (cioè punta di spada o pugnale) = Piccola punta di spada.

Cappello

4-35 mm, dapprima emisferico, poi tende a distendersi; il margine diventa spesso ondulato e ha il bordo frastagliato in corrispondenza dell'attacco delle lamelle; prima viscido, poi asciutto; di colore rosso, aranciato, col bordo giallo.

Lamelle

Bianche nei campioni giovani e gialle in quelli maturi, ma sempre con sporata bianca; le lamelle si uniscono al gambo con un dentino, ma solo nei giovani, crescendo il dentino tende a distendersi; di consistenza ceracea. Sporata bianca.

Gambo

30-60×3-6 mm, cilindrico, a volte molto contorto; tende a farsi strada passando attorno ai rametti e agli steli d'erba fino ad arrivare in superficie; di colore giallastro fino a arancio intenso.

Carne

Rossa nel cappello, gialla nel gambo, ha un caratteristico sapore amaro che permette di distinguerla da altre specie simili.

Habitat

Ubiquitario, nei prati e nei boschi.

Commestibilità o Tossicità

Senza interesse.

Specie simili

È decisamente somigliante a altre specie di taglia minuta, ma si riconosce senza dubbio per due tipiche caratteristiche: il sapore amaro della carne e la forma irregolare delle spore, spesso con evidente strozzatura mediana.

Hygrocybe insipida si differenzia perché quest'ultima non è amara.

Hygrocybe ortoniana di colore preponderante giallo, e ife della trama imeniale corte (<200-300 µm).

Hygrocybe insipida che è un suo quasi sosia, ma non ha sapore amaro.








Un fungo singolare per il sapore amarescente che dopo poco simula sulla lingua un effetto paragonabile all'anestesia odontoiatrica. Senza questa forte caratteristica organolettica sarrebbe impossibile differenziarlo da tante simili Hygrocybe dai colori scarlatti, distinguibili solo con accurati esami microscopici.

Cresce in autunno e protrae la sua presenza fino ai primi mesi invernali, l'habitat privilegiato sono le aree umide e ricche di muschio dei boschi.

mercoledì 24 gennaio 2024

Ostropa barbara (Fr.) Nannf. , Nova Acta R. Soc. Scienziato. upsal. , Ser. 4 8 (n. 2): 78 (1932)

 Ostropa barbara (Fr.) Nannf. , Nova Acta R. Soc. Scienziato. upsal. , Ser. 4 8 (n. 2): 78 (1932)

ritrovamento su legno di Acero, raccolta studiata dal Sig. Ubaldo Marulli, sue le foto micro e il commento che segue.

Sinonimi:

Lophium barbarum p. , K. svenska Vetensk-Akad. Maniglia. , ser. 3 39 : 117 (1818)

Ostropa cinerea (Pers.) P. , Summa veg. Scand. , Sezione Post. (Stoccolma): 401 (1849)

Sphaeria barbara (Fr.) p. , Sist. mycol. (Lundae) 2 (2): 468 (1823)

Sphaeria cinerea Pers. , Sin. metanfetamine. fungo. (Gottinga) 1 : 68 (1801)

Campioni raccolti dall'amico Bruno de Ruvo, in data 27.12.2023 in località Ioannella di Teramo, su branca di acero a terra.

Apoteci larghi fino a un mm., con forma più o meno rotondeggiante che a maturazione presentano una fessura trasversale che danno agli stessi una forma (permettetemi di usare quanto segue) di labbra imbottite di botulino). Questa apertura serve a mettere in comunicazione l'imenio con l'esterno.

Gli aschi sono J neg. misurano 4229,76-497,32 x 5,78-7,94µ.

Le spore sono filiformi e settate con misure di 198,26-2,71,35 x 1,77-2,04µ.

In letteratura danno questi funghi come rari, sono convinto che ciò dipenda dal fatto che non tutti, se non come il nostro Bruno, si soffermino  a raccogliere questi piccoli puntini neri sporsi su pezzi di legno.