giovedì 31 marzo 2022

Macrocystidia cucumis (Pers.: Fr.) Josserand

 Macrocystidia cucumis (Pers.: Fr.) Josserand

foto micro del Sig. Marino Zugna
Descrizione dal sito di AMB Pesaro

DESCRIZIONE:

Cappello: fino 5 cm di diametro, conico-campanulato, poi quasi disteso con basso umbone ottuso, margine sottile, brevemente striato per trasparenza. Cuticola igrofana, finemente vellutata, bruno-rossastra scura, decolorata verso il margine fino a giallo-ocracea.
Imenio: lamelle quasi libere, ventricose, inizialmente bianche, poi sempre più scure fino a ocra-rossastro. Gambo: cilindrico, slanciato, tenace, finemente vellutato, nero, nero-rossiccio, bruno-rossiccio nella parte alta.
Veli: assenti.
Carne: esigua, brunastra, con tipico odore di cetriolo, poi in vecchiaia di pesce. Sporata: ocra-rosata. Microscopia: Spore: lisce, ellittico-cilindracee, 8-9 x 3,8-4,2 µm. Cistidi: lanceolati, fusiformi, anche con grossa pancia, metuloidi con pareti fino 1 µm di spessore, 40-75 x 14-21 µm. Caulo presenti, simili a quelli imeniali. Giunti a fibbia: presenti.











Heyderia abietis (Fr.) Link

 Heyderia abietis (Fr.) Link

piccolo funghetto che spunta, in colonie diffusissime, tra gli aghi di abeti sul terreno.
Non facili da vedere e fotografare.





sabato 26 marzo 2022

Flammulaster limulatus (Fr. ex Weinm.) Watling

 Flammulaster limulatus (Fr. ex Weinm.) Watling

determinazione e foto micro di Marino Zugna
Scheda da Funghi Italiani

Etimologia:
L'epiteto Flammulaster deriva dal latino flámmula = fiammella e dal greco ἀστήρ [astér] = stella, per le decorazioni solitamente presenti sul cappello.L'epiteto limulatus deriva dal latino līmus [i] = fango, limo; per il colore del cappello.

Cappello:
Di dimensioni medio-piccole, fino a 3 cm, quasi emisferico nei giovani esemplari, diventa poi convesso con lo sviluppo, infine quasi piano. La superficie è color ruggine, cannella, granulosa.

Imenoforo:
Lamelle mediamente distanziate, panciute in posizione mediana, con presenza di di diversi ordini di lamellule, gialle all'esordio, poi macchiate di bruno ruggine a maturità pe rla sporata, il filo delle lamelle è spesso più scuro della faccia della lamella.

Gambo:
Stipite mediamente corto, 2-4 cm, con portamento lineare o ricurvo, brunastro con tonalità più chiare e giallastre all'apice, interamente rivestito con decorazioni analoghe a quelle presenti sul pileo.

Carne:
Bruno giallastra.

Habitat:
Specie saprotrofa che cresce su residui legnosi, rami, vecchie ceppaie, e segatura. Segnalato in letteratura scientifica sotto latifoglia con particolare predilezione per Fagus sylvatica.

Microscopia:
Tutte le specie del genere Flammulaster hanno struttura della cuticola con ife globose, rigonfie o cortamente cilindriche, più o meno catenulate.

Flammulaster limulatus ha cuticola di ife allungate, cortamente cilindriche, a salsicciotto, catenulate.

Spore (6,3) 6,9-8,3 (8,8) × (3,5) 3,6-4,1 (4,3) µm; Q = (1,6) 1,8-2,1 (2,3); N = 32; Media = 7,6 × 3,9 µm; Qm = 2,0; di profilo ellissoidale in proiezione frontale e nettamente faseoliformi in proiezione laterale, a parete di spessore medio, con poro germinativo non sempre ben visibile, ma presente.

I cheilocistidi sono abbondanti, riuniti anche in gruppi, largamente clavati.

GAF presenti in tutte le strutture osservate: alla base dei cheilocisitidi, nella caulopellis e pileipellis.

Commestibilità e tossicità:
Non commestibile.









Flammulaster gracilis (Quél.) Watling

 Flammulaster gracilis (Quél.) Walting

determinazione micro a cura di Marino Zugna





Flammulaster carpophilus var. subincarnatus (Joss. & Kühner) Vellinga = Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle ex Vellinga

 Flammulaster carpophilus var. subincarnatus (Joss. & Kuhner) Vellinga = Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle ex Vellinga

determinazione, foto micro, descrizione e discussione di Marino Zugna

Posizione Sistematica: Inocybaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi


Quadro macroscopico della raccolta

Pileo 5-10 mm, all'inizio da emisferico a paraboloide, in seguito convesso, infine piano-convesso. Cuticola di color ocra chiaro abbastanza uniforme in tutta la superficie. In gioventù, la porzione discale risulta ornata da fine granulosità forforosa o fioccosità di colore beige, più labile verso la periferia e con il margine da fortemente forforoso a ciliato. In vecchiaia da molto finemente granulosa a liscia, opaca e con lievi toni rosati.

Lamelle adnate allo stipite, larghe più volte lo spessore della carne pileica, piuttosto spesse, convesse, molto spaziate (da 9 a 15 lamelle negli esemplari adulti), intercalate da 1-3 (5) lamellule, in gioventù ocra molto chiaro poi concolori al pileo, filo lamellare bianco, finemente ciliato.

Stipite 5-15 x 1-2 mm, cilindrico o leggermente allargato verso l'alto, diritto, alle volte sinuoso, concolore alla superficie pileica fistoloso, ornato da fioccosità e corte ciglia più chiare. base appena allargata, piatta, strigosetta per i numerosi peli ifali di colore bianco che la ricoprono.

Carne esigua, lievemente ocracea; odore e sapore non testati.

Quadro microscopico della raccolta

Spore "da porzione stipitale" (6,5) 7,0-7,7-8,5 (10,5) x (3,5) 4,2-4,8-5,2 (5,8) µm, in media 7,80 x 4,77 µm, Q. = (1,38) 1,48-1,8 (2,31) , Q.m. = 1,64, Vol. = (47) 71-118 (160) µm³, Vol.m = 94 µm³, in proiezione laterale, prevalentemente amigdaliformi con bassa papilla apicale, in proiezione frontale romboidali, lisce, parete sottile, da ialine a giallastre in H2O, inamiloidi, con all'interno una o più guttule lipidiche rifrangenti, pro germinativo assente.

Basidi (18,7) 19,5-23,9-25,5 (25,8) x (5,4) 5,6-6,4-7,2 (7,38) µm, Q.m. = 3,59, Vol.m = 502 µm³, clavati, tetrasporici e bisporici con lieve superiorità percentuale per quelli tetrasporici.

Trama lamellare formata da ife inflate.

Cheilocistidi (26) 28,7-38,1-46,7 (50,3) x (4,5) 5,7-7,7-9,9 (11,3) x (3,3) 4-5,7-7,3 (7,9) µm, da cilindrici a subcilindrici con apice da appena ristretto a leggermente allargato, spesso sublageniformi, alle volte flessuosi, ialini, leggermente ricoperti da una sostanza mucosa rifrangente. Filo lamellare sterile. Pleurocistidi non osservati.

Pileipellis (27,5) 29-35,4-49,8 (52,9) x (15,1) 16,9-23,6-31,9 (35,5) µm, Q.m. = 1,58, Vol.m = 12144 µm³, formata da cellule subpiriformi o subglobulose, concatenate o raggruppate a mucchietti, con parete sottile, ialine o appena leggermente pigmentate, spesso ornate da gocce mucose rifrangenti. Poco o per nulla incrostante.

Caulopellis disposta in cutis, (6,7) 7,4-11,4-15,7 (16,3) µm, formata da ife settate, da ialine a pigmentate di giallastro, finemente incrostate.

Caulocistidi (30) 34-56-76,3 (81,7) x (3,6) 3,8-5,8-8 (9,6) x (3,2) 4,5-5,5-6,5 (6,8) µm, da cilindrici con apice di pari spessore o leggermente allargato o anche leggermente ristretto a strettamente clavati fino a sublageniformi, disposti in folti mazzetti su buona parte dello stipite.

Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti del basidioma.

Osservazioni

Sistematicamente, F. carpophilus var. subincarnatus, per le spore a parete sottile "più o meno collassante", di color giallastro chiaro se osservate in H2O al microscopio, le lamelle per lungo tempo giallo pallido o ocra pallido, e il diametro pileico ≤10 mm, o appena di poco superiore, si colloca nella Sezione Flammulaster dell'omonimo genere.

Nella medesima Sezione coesistono diverse entità non da tutti accettate in quanto esistono pareri differenti fra i vari Autori. Nel suo studio sul genere Flammulaster, Vellinga (1986), sostiene che i caratteri differenziali di F. subincarnatus, in quanto rientranti nella variabilità fenotipica di F. carpophilus var. carpophilus (Fr.) Earle 1909, non sono tali da mantenere separato il taxon a livello specifico quindi lo riconduce a livello varietale di quest'ultimo e, per le medesime motivazioni, ricombina a livello varietale pure F. carpophiloides (Kühner) Watling 1967 e F. rhombosporus (G.F. Atk.) Watling 1967.

Per contro, il Prof. Marcel Bon (1992), riconosce il rango il rango specifico di F. carpophiloides, F. rhombosporus F. subincarnatus.

Noi, in passato, abbiamo studiato un'ulteriore raccolta di F. subincarnatus, ed anche in quel caso ci siamo imbattuti in tipologie di spore e cheilocistidi molto simili "se non identiche", a quelle riscontrate nella raccolta in oggetto.

Sembra singolare il fatto che, una specie, se pur simile nell'habitus, ma con due caratteri "spore e cheilocistidi", sostanzialmente differenti, possa essere trattata come "rientrante nella variabilità fenotipica" di un'altra specie, la quale dimostra una micrografia visibilmente differente.

In ogni caso, abbiamo avuto l'occasione di constatare, e qui segnaliamo, un particolare che potrebbe far riflettere sulle effettive "sostanziali" differenze di alcuni caratteri, nel nostro caso microscopici, che sembrerebbero non modificabili nelle forme ma che, di fatto, lo sono.

Si tratta delle spore e delle loro forme e misure che, in questa occasione, sono state prelevate da una porzione lamellare ed hanno dimostrato un evidente e pronunciato dimorfismo, tanto che, abbiamo voluto fare una misurazione di 100 unità per confrontarle con quelle misurate sullo stipite e inserite nella scheda descrittiva.










Flammulator carpophilus var. rhombosporus (GF Atk.) Vellinga = Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle ex Vellinga

 Flammulaster carpophilus var. rhombosporus (GF Atk) Vellinga = Flammulaster carpophilus (Fr.) Earle ex Vellinga

determinazione eseguita dal Sig. Marino Zugna




Crepidotus autochthonus J.E. Lange

 Crepidotus autochthonus J.E. Lange

determinazione, foto micro e descrizione del Sig. Marino Zugna

Caratteri macroscopici

Pileo 55-35 mm di diametro, già da giovane più o meno flabelliforme, orlo leggermente involuto, liscio o appena finemente ciliato. Cuticola di colore bianco fino a grigiastra, igrofana, da sericea a finemente pubescente, porzione basale "quando presente", feltrata e ricoperta da tomento miceliare bianco.

Lamelle ineguali nella lunghezza, intramezzate da numerose lamellule, all’inizio diritte, sub ventricose negli adulti, mediamente spesse, fitte, filo lamellare intero o finemente eroso, concolore. All'inizio bianche, quindi ocracee, brune a maturazione, bruno-grigiastro se lesionate.

Stipite in un esemplare, eccentrico ed appena accennato, nei rimanenti esemplari non apprezzabile.

Carne inconsistente, bianca. Odore e sapore leggermente erbacei (foglie di spinaci), un po' astringente dopo masticazione prolungata.

Sporata ottenuta su vetrino e posto in esxiccata: (Terre d'ombre = 701 codice Seguy), (codice Moser = 9 A)..

Caratteri microscopici

Spore (6,45) 6,79-7,81 (8,39) x (4,75) 5,04-5,76 (6,23) µm, In media 7,28 x 5,41 µm Q. = 1,28-1,429; Q.m = 1,35; Vol. = 92-131; Vol.m = 112 µm³; largamente ellissoidi in proiezione laterale, ovoidi in proiezione ventrale, lisce, prive di ornamentazione apprezzabile al microscopio ottico, con larga goccia oleosa centrale osservate in H2O, debolmente destrinoidi, non cianofile.

Basidi 19-27,5 x 7,5-9,5 µm, Q.m = 2,93; Vol.m = 851 µm³; clavati, tetrasporici con lunghi sterigmi. Pleurocistidi non osservati.

Cheilocistidi 30-53 x 6-12 µm, Q.m 4,51; Vol.m = 1458 µm³; clavati, cilindrico-clavati, spesso bitorzoluti, alle volte con apice subcapitulato, più raramente bifido, altre volte cilindrici, flessuosi, otriformi, raramente sublageniformi, filo tappezzanti per buona parte il filo lamellare.

Trama delle lamelle formata da ife larghe 5-12 µm, ialine.

Pileipellis di tipo cutis, composta da ife con diametro di 5-8 µm, settate e leggermente gelatinizzate, negli strati superficiali ricoperte da un pigmento incrostante di color ocra-giallastro, elementi terminali emergenti, cilindrici o appena allargati con diametro fino a 9 µm.

Giunti a fibbia abbondantemente presenti in tutti i tessuti del basidioma.








Bulgaria inquinans (Pers.) Fr.

 Bulgaria inquinans (Pers.) Fr.

scheda dal sito Agraria.org

Classe: Ascomiceti
Nome scientifico: Bulgaria inquinans (Pers.) Fr. Caratteristiche morfologiche :
Carpoforo: 1-5 cm, alto fino a 3 cm, all'inizio quasi ovoidale e a maturità a cono rovesciato, con la parte superiore fertile che si espande man mano; l'imenio quindi è dapprima concavo, infine piano, liscio, brillante, nero; superficie esterna bruno-violacea, con granuli che, distaccandosi, lasciano areole biancastre.
Carne: spessa, gelatinosa, elastica, bruno-ocracea marmorizzata, priva di odore e sapore particolari. Spore: bruno-fuliginose.
 

Commestibilità, habitat e osservazioni:
Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo saprofita.
Cresce su legno marcescente di latifoglie, specie di querce, fine estate-autunno.
Commestibilità: senza valore.








venerdì 25 marzo 2022

Craterellus konradii Bourdot et Maire

 Craterellus Konradii Bourdot et Maire

bellissima specie o semplicemente una forna di Craterellus cornucupioides.
Eccovi una bellissima disamina presente sul Forum AMB di Muggia

OSSERVAZIONI SU UNA INUSUALE RACCOLTA DI CRATERELLUS CORNUCOPIOIDES

di Paolo Picciola* Marino Zugna** Bruno De Ruvo***

Introduzione

Gli autori riferiscono di una raccolta abruzzese di Craterellus cornucopioides dalle inusuali colorazioni giallo solforine distribuite sull’intero basidioma.

La raccolta qui discussa è stata effettuata nell’agosto 2018 in località Colle dell'Asino, nel comune di Pietracamela (TE), a 1300 metri d’altezza, in una faggeta pura in una zona umida e muscosa.
I basidiomi crescevano frammisti ad altri tipici di Craterellus cornucopioides di colore nerastro, alcuni connessi gli uni agli altri. Il contributo si conclude con una chiave dicotomica riferita alle forme cromatiche di Craterellus cornucopioides.

Key words: Cantharellaceae, Craterellus, konradii, cornucopioides, taxonomy, Abruzzo.

Materiali e metodi
La descrizione dei caratteri macroscopici è stata ricavata analizzando i basidiomi freschi fotografati in situ con l’ausilio di una fotocamera di una fotocamera Nikon Df, obiettivo Nikkor 60 mm f/2.8. Lo studio microscopico è stato condotto su esemplari essiccati preventivamente idratati con l’idrossido di potassio (KOH) al 2%.

I preparati sono stati osservati in acqua e dove necessario si è adoperato il Rosso Congo Ammoniacale al 2% per evidenziare le differenti tipologie cellulari. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile all’indirizzo http://mycolim.free.fr.

Le misure sporali si riferiscono a 20 unità.

Le misure sottolineate di tutti gli elementi microscopici rappresentano i valori medi. 

Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posta sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità.

Per quanto riguarda la nomenclatura adottata si è fatto riferimento a Index Fungorum http://www.indexfungorum.org/ e MykoBank http://www.mycobank.org.

La collezione d’erbario è conservata nell'erbario del Gruppo di Muggia e del Carso della A.M.B. con il numero identificativo 7715.

TASSONOMIA

Craterellus cornucopioides (L.) Pers. Mycologia Europaea 2: 5 (1825)

Basionimo: Peziza cornucopioides L., Species Plantarum: 1181 (1753)

Sinonimi: Craterellus konradii Bourdot & Maire, Bulletin de la Société Mycologique de France 46: 227 (1930).
Craterellus fallax A.H. Sm., The Michigan Botanist 7: 153 (1968)

Sistematica: Fungi, Dikarya, Basidiomycota, Agaricomycotina, Agaricomycetes, Cantharellales, Cantharellaceae, Craterellus.

Descrizione della raccolta:

Basidiomi alti fino a 60 mm, a forma di cornucopia internamente cava quasi fino alla sua base estrema, molto aperta all’apice, con il bordo arrotondato, piuttosto incurvato, poi appianato, infine rivolto verso l’alto, plurilobato.
Superficie esterna (imenio) uniformemente sottile, molto rudimentale, da liscia a finemente rugolosa, pruinosa, di colore uniformemente giallo chiaro, crema giallastro, giallo solforino tenue.

Superficie interna liscia, glabra, dello stesso colore della superficie imeniale.

Carne sottile, giallastra, di consistenza membranosa, di odore fruttato, tenue, simile a quello della forma tipo.

Spore (10,0)10,1-11,8-13,9(15,4) x (6,7)6,8-7,8-8,8(9,0) µm, Vol. 247,1-385,9-533,6 µm³, Q. = 1,3-1,5- 1,9, lisce, ovoidali-ellissoidali, apicolo laterale, poco emergente, con contenuto finemente granuloso, non amiloidi. 

Basidi dimensioni, slanciati, largamente clavati, bi-trisporici, con contenuto lipidico (citoplasmatico) giallastro, privi di giunto a fibbia basale.

Basidioli simili ai basidi.
Trama costituita da ife afibulate.

Pileipellis formata da una cutis di ife più o meno distese e variamente intrecciate, cilindriche, ialine, lisce, a membrana sottile, con setti a diverse distanze e ristretti, ad apice ottuso e con ramificazioni.
Giunti a fibbia assenti in tutto il basidioma.
Materiale studiato ed ambiente di raccolta

N. scheda: 7715. Data di ritrovamento: 19/08/2018. Località: Colle dell'Asino. Comune: Pietracamela (TE). Coordinate geografiche: 349 II:GR. SASSO D'ITALIA. Altezza s.l.m.: f. 4. Habitat: Faggeta pura, su tronco di faggio. Determinatore: Zugna M., Picciola P., de Ruvo B. Legit: de Ruvo B.

Osservazioni

Il Genere Craterellus Pers., (Cantharellaceae) comprende circa 20 specie diffuse in tutto il mondo (Kirk et al., 2008), ma il numero totale di nomi associati a questo taxon è di circa 140 (http://www.indexfungorum.org).

Questo taxon è stato distinto da Cantharellus principalmente per l’assenza dei giunti a fibbia (Bigelow, 1978; Corner 1957, 1966).

In Europa Craterellus cornucopioides è tra i funghi più apprezzati e ricercati durante la stagione tardo estiva in ambiente montano e in quella tardo autunnale nei boschi termofili di collina e pianura.

I suoi nomi popolari rimandano alle sue caratteristiche cromatiche e morfologiche: la “trombetta dei morti” è un nome legato alla sua particolare forma nonché alle colorazioni scure mentre il “corno dell’abbondanza” si riferisce all’aspetto che ricorda la “cornucopia” (dal latino cornu, “corno” e copia, “abbondanza”), un simbolo mitologico che richiama cibo e abbondanza (Opicelli, 2018).

Per la sua particolare forma e per le colorazioni molto scure, la trombetta dei morti risulta essere un fungo di facile riconoscimento; l’unica specie con la quale si può confondere è il Craterellus cinereus (Pers.) Pers., che si distingue per l’evidente presenza di pliche lamellari sulla superficie imeniale e il gambo pieno e ben differenziato dal cappello.

C. cornucopioides è un fungo igrofano che manifesta un’ampia policromia a seconda del grado d’umidità ambientale e dello stadio di sviluppo dei basidiomi. I suoi colori spaziano dal nero, al bistro o blu corvino, fino a tonalità brunastre o grigio-brunastro negli esemplari asciutti.

In letteratura sono descritte delle varietà gialle piuttosto rare e scarsamente rappresentate in letteratura che ampliano ulteriormente lo spettro cromatico di questa specie includendo delle tinte gialle.  Questa condizione si verifica quando il pigmento scuro, per cause a noi sconosciute, è inibito a favore della componente gialla che solitamente non si manifesta a livello fenologico.

Per quanto riguarda la raccolta qui documentata con pregevoli fotocolor, i basidiomi hanno attirato fin da subito l’attenzione di uno noi (B.D.) per le inusuali tinte giallo solforine distribuite su tutto il basidioma.

Questi esemplari sono sono stati rinvenuti frammisti ad altri sovrapponibili perfettamente alla forma tipo, alcuni dei quali quasi connessi gli uni con gli altri.

Gulden & Høiland (1989) considerano queste manifestazioni cromatiche riconducibili a Craterellus konradii Bourd. & Maire, una specie da loro considerata indipendente da C. cornucopioides, per le spore con forme e dimensioni diverse e per la presenza di pigmenti caretonoidi che risultano assenti o estremamente rari in C. cornucopioides.

Studi molecolari condotti da Dahlman et al. (2000) hanno invece stabilito che C. konradii altro non è che una semplice forma ecologica di C. cornucopioides.

In Italia, la presenza di trombette gialle è stata documentata da Apicella & Vizzini (1994) che hanno rinvenuto numerosi esemplari nel torinese in un bosco misto con prevalenza di querce cresciuti insieme, come nella presente raccolta, a esemplari tipici di C. cornucopioides.  

La raccolta abruzzese in trattazione ha evidenziato una superficie interna glabra, priva di squame mentre sul piano microscopico ha rilevato dei basidi bi e trisporici.

Chiave dicotomica riferita al complesso C. cornucopioides

1. Basidiomi con colorazioni grigio-cenere, nerastre                   Craterellus cornucopioides (L.:Fr.) Pers. (forma typus)

1* Basidiomi con colorazioni gialle o rosate                                                                                                         2

2. Basidiomi con superficie imeniale con tinte lilla rosa glauche   Craterellus cornucopioides var. roseus Heim
2* Basidiomi con tinte gialle 
   3                                                                                                                          
3.  Basidiomi con superficie imeniale con tinte giallo citrine e cappello e gambo nerastri 

Craterellus cornucopioides (L.:Fr.) Pers. var. flavicans Sacc. = Craterellus fuscocitrinus Contu
3* Basidiomi gialli, ocra o in combinazione con tinte gialle e nerastre

Craterellus konradii Bourdot et Maire = Craterellus cornucopioides (L.:Fr.) Pers. f. lutea Aramendi et Hidalgo