sabato 31 gennaio 2015

Crepidotus epibryus (Fr.) Quél. 1888

Crepidotus epibryus (Fr.) Quél. 1888

Cappello: Ø 5 18 mm. semicircolare, circolare, o flabelliforme, cuticola sericea, finemente vellutata-feltrata, di colore bianco, margine inflesso, da intero a lobato, crenulato.

Aggiungi didascalia
Lamelle: rade, distanziate, disposte a raggiera e confluenti verso un punto eccentrico dove il cappello si attacca al substrato, attraverso un accenno di gambo, strettamente adnate nel punto d’attacco, di colore bianche a giallo-ocracee-chiare, a volte con riflessi rosati, filo lamellare finemente cigliato, biancastro.

Gambo: assente o appena accennato nei giovanissimi, ridotto a un raccordo rudimentale eccentrico, di colore bianco, tomentoso.

Carne: sottile, di colore biancastra.

Odore e Sapore: insignificanti.


Habitat: steli erba, nervature di foglie, raramente su rametti di latifoglie.

Aggiungi didascalia

Crepidotus epibryus

Crepidotus epibryus

Crepidotus epibryus

Crepidotus epibryus

Crepidotus epibryus

Spore di Crepidotus epibryus - Photo by Marino Zugna

Pholiota lenta (Pers. : Fr.) Singer

Scheda tratta dal Testo "Funghi d'Italia" Ed. Zanichelli


Pholiota lenta
Pileo: 4-8 cm; Ida emisferico a convesso, poi pianeggiante con o senza largo umbone ottuso; super- ficie molto vischioso-glutinosa a tempo umido, liscia, con rare squame biancastre contrastanti con il fondo crema-ocraceo, beige chiaro.
Lamelle: fitte, biancastre, poi ocra-brunastro.
Stipite: 3-10 x 0,5-1,2 cm; cilindrico, subliscio, bianco, liscio all'apice, ricoperto da fibrille squamose, concolori inferiormente alla zona anulare, bruniccio con l'età.
Anello: appena accennato da fibrille cortinoidi brune per le spore cadute.
Carne: biancastra, bruno-ruggine alla base dello stipite; odore lieve rafanoide, sapore mite. Spore: ovoido-ellissoidi; 6-8 x 4-4,5 11m. Ecologia: estate-autunno; gregario o fascicolato in boschi di aghifoglie o latifoglie. Frequente.
Non comm.

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta

Pholiota lenta
Pholiota lenta
Pholiota lenta
Pholiota lenta
Pholiota lenta

Spore di Pholiota lenta - Photo by Marino Zugna






Scleroderma verrucosum (Bull. : Pers.) Persoon

Scheda tratta dal sito dell'AMB di Trento

Scleroderma verrucosum
BASIDIOCARPO con diametro di 30-100 mm, di forma irregolarmente globosa, attenuato verso il basso, con peridio avente spessore 1-2 mm. Superficie del peridio di colore caffellatte o bruno pallido, a volte anche con tonalità rossastre, dotata di piccole squame rialzate e irregolari. Alla base del carpoforo è presente un’evidente fascio di ife miceliari.
GLEBA soda, di colore biancastro nei soggetti giovani, poi nerastra e marmorizzata, e infine bruno-olivastra e polverosa a completa maturazione, con odore debole, come di gomma.
MICROSCOPIA: spore globose, con diametro di 8-11 µm, aculeate. Sporata bruno-olivastra.
HABITAT: cresce preferibilmente su terreni sabbiosi e ricchi di sostanze nutritive, sui pendii dei prati, in estate-autunno, piuttosto comune.
NOTE - È possibile confondere S. verrucosum con S. citrinum che però ha il colore della superficie giallo, squame più pronunciate e scure e un più consistente fascio miceliare alla base. Quest’ultimo ha spore simili, ma con diametro di 9,2-12 µm.

S. bovista è un’altra specie che può essere confusa con la specie oggetto di questa scheda; le due entità hanno aspetto e portamento piuttosto simili, ma differiscono tra loro per le spore, che, in S. bovista, risultano reticolate, anziché aculeate.

Scleroderma verrucosum

Scleroderma verrucosum

Scleroderma verrucosum

Aggiungi didascalia

Scleroderma verrucosum

Scleroderma verrucosum

Coprinus picaceus (Bull.) Gray

Scheda tratta dal Testo dell'AMINT "Tutto Funghi"

Coprinus picaceus (Bull.) Gray
Coprinus picaceus

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Coprinaceae
Genere Coprinus

Sinonimi
Agaricus picaceus Bull.
Coprinopsis picacea (Bull.: Fr.) Redhead. Vilgalys & Moncalvo

Etimologia
Dal latino pica = gazza, attinente alle gazze per il colore del cappello.

Cappello
4-10 cm, a differenza degli altri funghi, in questo genere anziché la misura del diametro assume importanza la misura della lunghezza, che in questa specie può arrivare a 15 cm ed oltre. Superficie di colore marrone scuro-fuligginoso, bruno-nerastra, liscia e umida, ricoperta da fini placche biancastre fioccose e fibrose, residui del velo generale, facilmente asportabili e detersili. Percorso da una fine plissettatura radiale più evidente verso il margine, che è l’impronta delle lamelle sulla cuticola essendo il cappello privo di carne.

Imenoforo
Lamelle fitte, appressate e ventricose, libere al gambo, inizialmente bianco-grigiastre e con orlo fioccoso verso il margine, poi via via ingrigenti fino a nerastre, deliquescenti a maturità.

Gambo
5-30 × 1-3 cm, dilatato-bulboso alla base, cilindrico, attenuato verso l’alto, slanciato, bianco e ricoperto in gioventù da una minuta decorazione squamosa zebrata, dovuta alla presenza di piccole fioccosità concolori, fragile e cavo.

Carne
Esigua e quasi inconsistente di colore grigiastro-cenere nel cappello, biancastra e fibrosa nel gambo, facilmente deliquescente in modo particolare quella del cappello, odore non gradevole.

Habitat
In boschi di latifoglie e misti, predilige tratti soggetti a degrado e calpestio, con crescita isolata o in colonie di numerosi esemplari. Ritenuto non frequente nel Nord d’Italia, diventa comune nel Centro e nel Sud, comprese le isole, dalla fine dell’estate fino all’inverno inoltrato.

Commestibilità e Tossicità
Non commestibile; non è da escludere un alto contenuto di coprina, un amminoacido che se ingerito con alcool provoca la sindrome coprinica.

Somiglianze e Varietà
Date le dimensioni, che ne fanno la specie più possente appartenente a questo genere, è difficile la confusione con altre specie. In fase di primordio, quando le placche biancastre sulla cuticola si presentano unite e comcompatte, è somigliante al Coprinus comatus, facile però effettuare la distinzione, basta provare a rimuovere le decorazioni del cappello, facilmente asportabili in Coprinus picaceus, avendo consistenza e struttura indipendente dalla cuticola, diversamente non rimovibili in Coprinus comatus poiché squamule formatesi dalla lacerazione della cuticola pileica e facenti parte della stessa.

Curiosità
In antichità questo genere di funghi veniva fatto macerare, data la deliquescenza della carne, ottenendo un liquido nerastro che miscelato ad acqua e piccole quantità di colle naturali era usato per scrivere, ancor prima dell’utilizzo dell’inchiostro di china.

Osservazioni

In relazione a recenti studi, basati sui dati molecolari, gli è stato dato un nuovo inquadramento tassonomico ricombinandolo nel Genere Coprinopsis ed è stato quindi rinominato Coprinopsis picacea (Bull.) Redhead, Vilgalys & Moncalvo.

Coprinus picaceus

Coprinus picaceus

Coprinus picaceus

Tricholoma album (Schaeff.: Fr.) Kummer

Determinazione effettuata solo con visione macro con l'aiuto del Sig. Antonio Gennari

Sinonimi

Tricholoma album
Agaricus albus Schaeffer, Gyrophila alba (Schaeff.) Quélet, Tricholoma raphanicum P. Karsten, Tricholoma album f. gracilis Bresadola, Tricholoma thaliophilum Rob. Henry, Trjcholoma album var. thaliophilum (Rob. Henry) Bon.                                                        Volg.: Tricoloma bianco.


Etimologia

Tricholoma,  = con l’orlo peloso (dal greco thrix, thrikhòs = pelo, capello e lòma = orlo); 
album, = bianco, per il colore del fungo (dal latino albus).


Sistematica

Regno: Fungi, Divisione: Basidiomycota, Classe: Homobasidiomycetes, Subclasse; Agaricomycetideae, Ordine: Tricholomatales, Famiglia: Tricholomataceae, Sottofamiglia: Tricholomatoideae, Tribù: Tricho-lomateae. Genere: Tricholoma,   Sezione: Lascivae, Specie: album.


Commestibilità

Specie   abbastanza  comune  caratterizzata  da  un   intenso  odore  sgradevole, forse una combina-zione di sapone da bucato misto a ravanelli ed un sapore ugualmente sgradevole. Consumato da taluni è risultato quantomeno indigesto. Alcuni studi condotti da Ohtsuka et al. nel 1973 in  G.B. hanno por-tato ad isolare un polisaccaride da una cultura miceliare  di questa specie che, iniettata nel peritoneo di topolini bianchi, hanno bloccato la proliferazione di cellule tumorali.



Descrizione

Cappello di 40-90 mm di diametro, inizialmente emisferico poi convesso, infine appianato con il margine involuto-arrotonadato, poi incurvato verso il basso ed irregolarmente ondulato-lobato negli individui a-dulti; cuticola sericea e parzialmente separabile dal bordo; dal colore bianco iniziale  tende a macchiarsi con chiazze ocracee a maturità.

Le lamelle sono adnate o debolmente smarginate, alte, un po’ elastiche, sottili e frammiste a poche corte lamellule; inizialmente bianche poi crema chiare.

Il gambo misura 50-100 x 8-12 mm; più o meno cilindrico, solo debolmente attenuato in alto, spesso ricurvo dalla parte mediana verso la base, pieno anche nel maturo ma poco consistente; interamente bianco e spesso con  resti di micelio alla base.

La carne è scarsa e molliccia nel cappello, compatta e successivamente fibrosa nel gambo; bianca, con tendenza ad ingiallire alla sezione dopo prolungata esposizione; l’odore è farinoso quando si taglia la car-ne che diviene presto erbaceo-terroso o come di zolfo, mentre il sapore della carne è acre ed amaro al tempo stesso.

Le spore misurano 5,2-6,5 x 3,2-4 micron e sono ellissoidali, singolarmente ialine, bianche in massa.

Cresce dall’estate piena al medio autunno, in piccole colonie con esemplari ravvicinati e sovente disposti in file o in cerchi nei boschi di latifoglia, frequente sotto Fagus sylvatica, Quercus sp. etc., con netta predilezione per i terreni degradati di media acidità.



Possibilità di scambio
Tra i Tricholoma bianchi confondibili,  ricordiamo: il commestibile T. columbetta [con cappello a fibrille innate più o meno radiali; gambo spesso con macchie rosa nella parte superiore e verde-bluastre verso la base; odore e sapore gradevoli, farinosi]; T. sulphurascens con cappello ingiallente alla manipolazione ed odore fruttato o di gas, non commestibile;  T. inamoenum con lamelle distanti, odore di gas ed habitat di conifere, non commestibile;  T. stiparophyllum o T. pseudoalbum con margine distintamente costolato, odore rancido ed associato soprattutto a Betula.

Tricholoma album

Tricholoma album

Tricholoma album

Tricholoma album



Mycena crocata (Schrad.) P. Kumm. 1871

Scheda tratta dal sito "Il Mondo dei Funghi"

Descrizione

Alla sezione lactipedes appartengono alcune Mycenae aventiil gambo che alla frattura o alla pressione secernono un copioso latice biancastro o variamente colorato (rosso vinoso o aranciato).

E’ facile quindi distinguere la Mycena crocata il cui latice è di un bel colore giallo-arancio o rosso aranciato.

I carpofori di questa specie sono piuttosto esili. Il cappello permane a lungo conico-campanulato ed è dotato di un umbone arrotondato, evidente. Può raggiungere a maturità una diametro di circa 2 centimetri. Il rivestimento pileico è liscio, opaco, sericeo da grigio chiaro al grigio bruno più scuro al centro, striato per trasparenza e di solito con macchie rosso-aranciate soprattutto al disco e verso il margine.

Le lamelle, smarginate o adnate, non sono molto fitte e possono essere intervallate da qualche
lamellula. Sono bianche, biancastre o giallastre ma con il filo bianco; possono macchiarsi di rosso arancio.
In rapporto alle dimensioni del cappello, il gambo appare alto, sottile e slanciato. E’ cilindrico, a volte un po’ dilatato alla base. Lucente, liscio, più o meno elastico, grigio giallastro in alto poi da grigio ocra a bruno rossiccio verso l’estremità inferiore, cavo all’interno dove contiene un latice abbondante giallo-arancio o arancio vivo. La base è ricoperta da peluria biancastra.

La carne è sottile, acquosa, di una certa consistenza sola nella zona discale, con la caratteristica di secernere il latice giallo-rossastro o aranciato ovunque venga fratturata. E’ priva di odori o di sapori particolari.

Spore ellissoidali, lisce, amiloidi, ialine, 4,5 / 6 x 7,5 / 10 µm., talvolta guttulate. Sporata crema chiaro.

Si rinviene, isolata o in gruppi poco numerosi, all’estate all’autunno, su suolo calcareo e ricco di humus, generalmente nei boschi di faggio.

Possibilità di scambio
Alla sezione Lactipedes, cioè in grado di secernere del liquido variamente colorato, appartengono anche la Mycena galopus (Pers. : Fr.) Kummer (v. scheda n. 119) a latice bianco, la Mycena sanguinolenta (Alb. & Schw. : Fr.) Kummer a latice acquoso bruno rosso che colora anche il filo delle lamelle e la Mycena haematopus (Pers. : Fr.) Kummer, specie lignicola di color bruno rosato e con latice bruno-rossastro.
Mycena crocata

Mycena crocata

Mycena crocata

Mycena crocata

Mycena crocata


venerdì 30 gennaio 2015

Hydnum repandum L.: Fr.

Scheda tratta dal Testo dell'AMINT "Tutto Funghi"

Hydnum repandum L.: Fr.

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Cantharellales
Famiglia Hydnaceae
Genere Hydnum

Sinonimi
Sarcodon repandum L. ex Fries

Etimologia
Dal latino repandus = rivolto all'insù.

Nome italiano
Steccherino dorato

Cappello
2-12(17) cm, convesso, presto piano e anche concavo, orlo irregolare, lobato od ondulato, a volte contorto, leggermente involuto; cuticola glabra, asciutta e vellutata poi anche leggermente squamata. Colori dal giallo pallido a quasi bianco a giallo opaco-aranciato, contuso vira al bruno-aranciato.

Imenoforo
L'imenoforo è costituito da fitti aculei (idni), lunghi 2-6 mm, di colore bianco poi concolore al cappello, diseguali, tendono ad assottigliarsi verso il margine del cappello e del gambo sul quale decorrono leggermente, fragili e delicati si staccano immediatamente se si esercita una semplice pressione sugli stessi.

Gambo
Alto 2-9 cm con diametro 1-4 cm, da cilindrico ad allargato alla base, a volte eccentrico e incurvato, glabro e asciutto, presenta lo stesso colore del cappello.

Carne
Soda, fragile e cassante, bianca, ingiallisce all'aria. Odore gradevole, fruttato. Sapore acidulo negli esemplari giovani, diventa amaro con l'età.

Habitat
Cresce in autunno a gruppi talora appressati e talora a forma di cerchi, nei boschi di conifere e latifoglie. Nelle faggete del centro Italia raggiunge dimensioni di tutto rispetto e crea colonie lunghe anche svariati metri che disegnano strisce imponenti nel sottobosco, visibili anche a grande distanza.

Commestibilità e Tossicità
Buono da giovane, liberato dagli aculei amarognoli. Gli esemplari maturi sono amari e indigesti. Si presta alla conservazione sottolio.

Somiglianze e Varietà
A prima vista, forse per il suo colore, può essere scambiato per il Cantarellus cibarius (Fr.: Fr.) Fr., ma quest'ultimo ha delle pseudolamelle (pliche lamellari) e non gli aculei. Altra confusione possibile è con Albatrellus confluens (Alb. & Schw.: Fr.) Kotlaba & Pouzar, anch'esso però ha un diverso imenoforo (pori e non aculei). Può essere confuso con l'Hydnum rufescens Pers., più piccolo e di colore rossastro o aranciato, con aculei non decorrenti, commestibile di minor pregio, Hydnum albidum Peck, con spore più piccole, bianco, crescente sotto conifera, appena ingiallente, sempre commestibile, fungo che a volte tende con la crescita tende ad inglobare nella carne piccole parti di terriccio e agli che rendono complessa e difficoltosa un'efficace pulitura ai fini alimentari.

Osservazioni

Lo Steccherino dorato, come viene volgarmente chiamato, è un fungo comune, diffuso e ampiamente raccolto dall'inizio dell'estate fino ad autunno inoltrato. Certamente tra le specie più tardive, protrae la sua stagione di crescita fino all'inverno inoltrato. Nelle zone temperate, in assenza di gelo e neve, è possibile raccogliere questa specie fino a dicembre e gennaio. Fungo molto facile da determinare e riconoscere, la presenza degli aculei sotto il cappello è un carattere molto semplice da osservare. Non esistono funghi ad idni tossici, taluni sono solamente coriacei e legnosi, altri amarescenti, per cui indigesti e comunque immangiabili. Gli aculei o idni conferiscono alla carne il sapore amarognolo e quindi per apprezzarla al meglio va liberata dagli stessi, si raccomanda quindi di effettuare la pulitura in ambiente sulla fungaia, in quanto così facendo contribuiamo a disperdere abbondantemente le spore in habitat e questo ci sembra un gesto di grande sensibilità ecologica.

Hydnum repandum

Hydnum repandum

Hydnum repandum

Hydnum repandum

Helvella elastica Bull.: Fries

Scheda tratta dal sito Agraria.org

Helvella elastica Bull.: Fries

Classe: Ascomiceti
Nome scientifico: Helvella elastica Bull.: Fries
Sinonimo: Leptopodia elastica
Caratteristiche morfologiche
Carpoforo: 4 cm, a forma di sella, costituito da due lembi ricadenti, uniti al gambo solo alla sommità, biancastro e imbrunente con l'età.
Gambo: 2-4 cm, pieno poi cavo, liscio o leggermente rugoloso, un po' ingrossato alla base, biancastro o leggermente rosato.
Carne: biancastra, elastica, priva di sapore o odore particolari.

Spore: biancastre.

Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo saprofita.
Cresce nei luoghi freschi e ombrosi dei boschi, tra le foglie. in estate-autunno.
Discreto commestibile se cotto, ma di scarso rendimento. 

Helvella elastica

Helvella elastica

Helvella elastica

Helvella elastica