mercoledì 20 novembre 2024

Scutellinia barlae (Boud.) Maire, Treb. Mus. Ciènc. nat. Barcelona, sér. robot. 15 (n. 2): 19 (1933)

 Scutellinia barlae (Boud.) Maire, Treb. Mus. Ciènc. nat. Barcelona, sér. robot. 15 (n. 2): 19 (1933)

piccolo e colorato ascomicete studiato e determinato da Ubaldo Marulli

Sinonimia:

Ciliaria barlae Boud., Boll. Soc. mycol. Fr. 3(2): 148 (1887)
Rubelia barlae (Boud.) Nieuwl., Am. Midl. Nat. 4: 386 (1916)
Scutellinia barlae f. aurantiaca Donadini, Docums Mycol. 13(n. 49): 29 (1983)
Scutellinia trechispora var. barlae (Boud.) J. Moravec, Česká Mykol. 23(1): 29 (1969)
Sphaerospora barlae (Boud.) (Abellini) 8: 188 (1889)

Campioni raccolti su terreno dall'amico Bruno de Ruvo in località Villa Ripa (TE) il 22.05.2023, foto n°5498.

Grazie alla microscopia, si arriva a determinare questi ascomiceti rispetto ad altri dello stesso genere., con spore rotonde.
Spore che in questa specie ha le ornamentazioni troncoconiche e non appuntite e i peli sia marginali che excipulari non differiscono come lunghezza e si presentano con base semplice o biforcata . allego misure :

Spore (16.2) 18.9 - 22 (23.4) × (15.1) 16.4 - 21.3 (21.7) µm

Q = 1 - 1.1 (1.3) ; N = 15

Me = 20.2 × 19 µm ; Qe = 1.1

Parafisi settate e con testa larga 9.4 - 11,57 µm

Aschi (192.2) 192.23 - 212.2 × (18.9) 18.91 - 20.2 µm

Peli 264-355 µm














martedì 19 novembre 2024

Tatraea aseptata H.L. Su & Q. Zhao, in Chethana et al., Asian Journal of Mycology 6(2): 159 (2023)

Tatraea aseptata H.L. Su & Q. Zhao, in Chethana et al., Asian Journal of Mycology 6(2): 159 (2023)

Piccolissimi ascomicete nascenti su legno molto degradato e umido di tronchi di faggio in habitat sorgivo.Ho avuto la fortuna di affidare lo studio micro all'amico Ubaldo Marulli. E' un ritrovamento non proprio facile.  Le foto micro e i riferimenti dello studio sono di Ubaldo. Campioni raccolti dall'amico Bruno de Ruvo in data 29.09.2023 su resti di faggio degradati, località Ceppo nel comune di Rocca Santa Maria (TE). Ascocarpi larghi fino a 5 mm., piat ti o con bordo leggermente rialzato e intero, presenza di un cortissimo abbozzo di gambo, colore come da foto. Microscopia: excipulum ectale formato da cellule a tessitura più o meno angolare, excipulum medullare formato da cellule cilindracee e molto intrecciate tra loro. Aschi J + , ottosporici misuranti (163.1) 163.2 - 173.5 (189.6) × (8.8)10,69 - 13.89 (13.9) µm. Spore ialine con parete leggermente spessa, con grossa guttula oleosa centrale, di forma reniforme con apici ottusi, assenza di setti, misurano (17.4) 18.9 - 22.5 (24.5) × (6.2) 6.4 - 7.6 (8.1) µm Q = (2.2) 2.6 - 3.3 (4) ; N = 20 Me = 20.6 × 6.9 µm ; Qe = 3 Parafisi cilindriche, sottili e settate misurano 2,03-3,15  µm. Non ho osservato peli esterni all'excipulum ectale. L'osservazione microscopica mi porta a determinare questi campioni come T. aseptata, specie molto vicina a T.dumbirensis, però differisce da questa che ha spore con uno o due setti e granuli oleosi all'interno delle spore prima di essere espulse dall'asco, cose che mancano in T aseptata. Inoltre T. aseptata ha giunti a fibbia alla base degli aschi, cosa che manca in T.dumbirensis.




























lunedì 18 novembre 2024

Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder 2003

Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder 2003 

scheda AMINT:
Leccinellum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bresinsky & Manfr. Binder 2003

Tassonomia:
Divisione Basidiomycota
Classe Agaricomycetes
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae

Sinonimi:
Leccinum lepidum (H. Bouchet ex Essette) Bon & Contu 1990

Etimologia:
Dal latino leccìnus, a , um = relativo al Leccio (Quercus ilex L.; dal latino ìlex, ìlicis = leccio).
Dal latino lèpidus, a, um = piacevole, gradevole, delizioso; relativamente alla sua buona commestibilità o al suo aspetto.

Cappello:
5-15 cm, dapprima emisferico poi convesso, mai piano, margine regolare e leggermente eccedente, superficie mai liscia ma rugosa, gibbosa o bitorzoluta; cuticola facilmente asportabile quando è untuosa, viscosa per pioggia o tempo umido, meno asportabile quando diventa vellutata, feltrata e opaca con tempo secco. Il colore varia dal nocciola chiaro al bruno molto scuro con tendenza a schiarire diventando giallastro, giallo limone verso il margine.

Imenoforo:
Tubuli sottili, lunghi, liberi al gambo, giallo limone nei giovani, diventano poi giallo oro per assumere tonalità grigiastre o brunastre in età, olivastri in seguito alla completa maturazione delle spore; Grigio violacei al taglio. I pori sono inizialmente rotondi e minuscoli, diventano poi angolosi; sono concolori ai tubuli e si macchiano facilmente di grigio o bruno scuro alla manipolazione. Spore in massa di colore bruno olivastro.

Gambo:
6-12 × 2-5 cm dapprima obeso, poi cilindrico con ingrossamento nella parte mediana, a volte ricurvo, con base quasi radicante e infossata nel terreno. Colore di fondo giallo citrino o giallastro. La superficie presenta fini granulazioni in rilievo rilevabili anche al tatto; tali granulazioni sono giallastre nei giovani esemplari, poi scuriscono fino al brunastro in età diventando più visibili per contrasto col colore di fondo.

Carne:
Nel cappello è inizialmente soda, poi molle mentre è più dura e fibrosa nel gambo. Di colore biancastro con sfumature gialle, vira al taglio a un rosa molto leggero poi al rosa violaceo e infine al grigio; non presenta odori particolari e ha sapore dolce.

Habitat:
Tipico dei boschi di Querce sempreverdi dell’area mediterranea: Quercus suber L. (Quercia da sughero) e Quercus ilex L. (Leccio). Inizia a comparire in autunno e continua a crescere nei boschi a clima caldo e temperato per tutto l’inverno, fino agli inizi della primavera. La sua crescita è abbondante in alcune annate particolarmente favorevoli per pioggia e per temperatura mite.

Commestibilità e Tossicità:
Buon commestibile dopo adeguata cottura, si consiglia però di utilizzare solo gli esemplari non troppo maturi e di scartare il gambo, duro e fibroso. Non risulta che i generi Leccinum e Leccinellum annoverino specie velenose o non commestibili.

Specie simili:
In ambiente mediterraneo troviamo Leccinellum corsicum (Rolland) Bresinsky & Manfr. Binder, di dimensioni inferiori, legato al sottobosco di macchia che vive in stretta simbiosi con gli arbusti di Cisto: Cistus monspeliensis L.(Cisto di Montpellier), Cistus incanus L. (Cisto rosso), Cistus salviifolius L. (Cisto femmina), e che mostra un viraggio spesso più rossiccio, rispetto a quello più violaceo di Leccinellum lepidum.

Simile è anche Leccinellum crocipodium (Letell.) Della Maggiora & Trassin. con cuticola che tende a screpolarsi; quest’ultimo fungo cresce anche in ambienti non mediterranei ed è legato in simbiosi con alberi di Querce caducifoglie.

Note tassonomiche:
Il genere Leccinellum Bresinsky & Manfr. Binder è di recente istituzione, essendo stato introdotto nel 2003. Comprende alcune delle specie precedentemente appartenenti al "vecchio" genere Leccinum Gray 1821. La separazione è avvenuta facendo confluire nel nuovo genere le specie con carne giallastra, tenendo conto anche della diversità della corteccia del cappello. Similmente a quanto avvenuto ancor più recentemente per il nuovo genere Butyriboletus, istituito nel 2014, in cui sono confluite specie a carne giallastra che erano ascritte al genere Boletus.

Scheda AMINT tratta da Tutto Funghi









sabato 16 novembre 2024

Coprinellus saccharinus (Romagn.) P. Roux, Guy Garcia & Dumas 2006

 Coprinellus saccharinus (Romagn.) P. Roux, Guy Garcia & Dumas 2006

Coprinellus studiato dall'amico Ubaldo Marulli, sue le foto micro e analisi.

Campioni raccolti dall'amico Bruno de Ruvo il 17.01.2024 in località Fiumicino ,  Teramo.

Microscopia

Spore  ovoidali, alcune mitriformi, basidi tetrasporici, cheilocistidi da globulosi a ovoidali, pleurocistidi simili a cheilo ma più grandi. 

L'assenza di pileocistidi e caulocistidi  ci permette di distinguere questa specie dal sosia C. micaceus. Non ho potuto visionare le cellule del velo per mancanza di residui dello stesso sui campioni essiccati.

Misure sporali :

(6.9) 7.2 - 8.7 (10) × (4.4) 4.5 - 5.4 (6) µm

Q = (1.3) 1.5 - 1.8 (2) ; N = 26

Me = 8 × 4.9 µm ; Qe = 1.6