domenica 3 marzo 2024

Gloiothele citrina (Pers.) Ginns & GW Freeman , Biblthca Mycol. 157 :55 (1994)

 Gloiothele citrina (Pers.) Ginns & GW Freeman , Biblthca Mycol. 157 :55 (1994)

Fungo studiato dall'amico Ubaldo Marulli, sue le foto micro
Scheda tratta dal sito dell'AMINT

Tassonomia

Divisione Basidiomycota

Classe Agaricomycetes

Ordine Russulales

Famiglia Peniophoraceae

Sinonimi

Thelephora citrina Pers. 1822

Gloiothele citrina (Pers.) Ginns & G.W. Freeman 1994

Etimologia

Dal latino vēsīcŭla = vescichetta, rigonfiamento e dal greco mýces [μύκης] fungo, quindi per i gloeocistidi vescicolosi presenti nel subicolo.

Dal latino cĭtrĕum = limone, per il colore giallo limone del carpoforo.

Carpoforo

Fungo corticolo, resupinato, adnato, più o meno esteso ma sempre ben adeso al substrato. Spesso si presenta con crescita radiale, mediante una serie di accennati cerchi concentrici che si propagano da un unico o più punti del carpoforo. Imenoforo da liscio a lievemente tubercolato, con il colore che va dal giallo paglierino o giallo vivo negli esemplari freschi al giallo-ocraceo o biancastro negli esemplari essiccati. Ha di norma il margine fimbriato di colore bianco candido. Carne inconsistente, prima ceracea ed in seguito dura e gessosa.

Habitat

Vegeta abbastanza frequentemente su legno di conifera, sia quello marcescente a terra, che quello di alberi ancora in vita. Secondo alcuni autori si assocerebbe anche a legno di latifoglia.

Microscopia

Sistema ifale monomitico. Ife settate, senza GAF, ialine, a parete sottile, larghe 2-4 µm. Sono presenti numerosi gloeocistidi 50-100 (160) × 10-15 (30) µm, negativi alla Sulfovanillina, di forme irregolari, comunque da cilindrici e strettamente affusolati a digitati, oppure oblunghi, vescicolari, con lunga appendice alla sommità. Basidi da cilindrici a clavati, ialini, tetrasporici, 30-40 × 5-7 µm. Spore 4,5 × 5,5 µm, subglobose, a parete sottile, con apicolo e leggermente amiloidi.

Commestibilità e tossicità

Non commestibile.

Specie simili 

Varie sono le Corticiaceae dalle tonalità gialle che potrebbero confondersi con Vesiculomyces citrinus come ad esempio:

Asterostroma medium Bres. si distingue per le spore con evidenti protuberanze e per la presenza di asterosetae (tre o più setae, a parete spessa, con apice appuntito, raggruppate in unico corpo che tende ad assumere la forma di una stella);

Botryobasidium aureum Parmasto si differenzia per le spore subcilindriche e per l'assenza di cistidi;

Byssomerulius hirtellus (Burt) Parmasto si separa per l'menoforo di aspetto meruloide, per le spore subcilindriche e per i cistidi tubulari; 

Rhizochaete sulphurina (P. Karst.) K.H. Larss. = Ceraceomyces sulphurinus (P. Karst.) J. Erikss. & Ryvarden si distingue per la presenza di cistidi cilindrici con incrostazioni nella parte apicale.

Osservazioni

Corticolo comune e diffuso in tutta Europa. Molto frequente nei boschi di conifera italiani sia di Abete che di Pino. Un buon indizio per il suo riconoscimento sul campo è la crescita radiale delll'imenoforo in uno o più punti; questa caratteristica non è tuttavia costante, motivo per il quale è necessaria una verifica microscopica per la sua determinazione.

Note nomenclaturali

La prima descrizione della specie risale al 1822 quando Christian Hendrik Persoon chiamò il fungo Thelephora citrina, poi la specie ha subito nel tempo varie ricombinazioni: nel 1888 il micologo francese Lucien Quélet gli diede l’epiteto di Corticium citrinum, nel 1956 è stato riclassificato dal micologo olandese Marinus Anton Donk in Gloeocystidiellum citrinum ma segregato nel 1977 da quest'ultimo genere e  spostato nel genere Vesiculomyces per la caratteristica della specie di avere gloeocistidi negativi alla Sulfovanillina; nell'anno 1994 con il nome di citrina è stato inquadrato infine nel genere Gloiothele (che ha però gloeocistidi positivi alla Sulfovanillina). Gli studiosi nel tempo non sono stati del tutto concordi nella classificazione di questa specie difatti Wu (1996) ha considerato il genere Vesiculomyces sinonimo del genere Gloiothele sulla base di una generale assonanza molecolare e per il fatto che alcuni studi, Boidin (1958) e Maekawa et al. (1982), non escludevano la positività alla Sulfovanillina dei gloeocistidi di Vesiculomyces citrinus. Tuttavia ulteriori approfondimenti filogenetici, Larsson & Larsson (2003) e Miller et al. (2006), hanno dimostrato che il genere Vesiculomyces, sebbene sia strettamente correlato geneticamente al genere Gloiothele, ha la sua validità e deve ritenersi genere a parte.



















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