giovedì 26 marzo 2015

Agaricus augustus Fr.

Scheda tratta dal sito dell'AMINT Tutto Funghi

Agaricus augustus Fr.

Tassonomia
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae

Sinonimi
Agaricus perrarus Schulzer

Etimologia
Dal latino agaricus = campestre, e augustus = di grandi dimensioni.

Cappello
10-15(20) cm, carnoso, inizialmente globuloso o emisferico, poi trapezoidale, infine disteso- appianato, un po’ appiattito al centro; margine sottile, spesso appendicolato per residui di velo parziale; cuticola fondamentalmente bruna, ma con tonalità molto variabili, ben presto dissociata in squame concentriche su fondo bianco-giallastro, virante al giallo cupo alla manipolazione.

Imenoforo
Lamelle strette, molto appressate, inizialmente molto chiare, poi rosa, infine bruno-nerastre, con il tagliente pallido, sterile.

Gambo 
10-12(15) × 2-3 cm, cilindrico, talora si allarga leggermente man mano che si scende verso la base, liscio sopra l’anello e fioccoso al di sotto; bianco, si macchia di giallo alla contusione. Anello supero, bianco, molto ampio, liscio nella faccia superiore, fioccoso in quella inferiore, con le fioccosità stesse sovente ingiallenti. In alcuni esemplari il gambo, anche al di sotto dell'anello, non è sempre fioccoso ma può presentarsi anche liscio.

Carne 
Bianca, a volte leggermente un po’ rosata alla base del gambo, soprattutto negli esemplari più adulti, odore ben distinto di mandorle amare o pasta di mandorle, sapore dolce. Reazione di Shaeffer positiva.

Habitat
Cresce gregario, anche con una certa propensione al subcespitoso, sia sotto conifere che sotto latifoglie, specialmente Querce, in boschi, bordure, parchi e luoghi erbosi, dalla tarda primavera all’autunno inoltrato.

Commestibilità o Tossicità
Si tratta di un buon commestibile, di discreta resa grazie alla sua carnosità, anche se l’odore di mandorle, molto pronunciato in questa specie, potrebbe risultare talvolta nauseante.

Somiglianze e varietà
In letteratura viene riconosciuto Agaricus augustus Fries var. perrarus (Schulzer) che ha le squamette del cappello più fitte, di colore giallo-ocraceo su sfondo giallognolo anziché biancastro, gambo e faccia inferiore dell’anello maggiormente ingiallenti, spore un po’ più lunghe e affusolate. Si potrebbe grossolanamente confondere con Agaricus impudicus (Rea) Pilat (=Agaricus variegans Möller) che presenta una squamettatura del cappello simile, ma molto meno marcata, e odore come di Lepiota cristata. Alcuni autori riconoscono altresì Agaricus salicophilus M. Lange, tipico dell’Est europeo e legato al Salice, che si differenzierebbe per le spore più larghe e Agaricus heterocystis Heinemann et Goos, segnalato in Africa, con spore più piccole, cappello più chiaro e odore di mandorle molto più fugace; siamo portati comunque a credere che si tratti di semplici varianti ecologiche della specie descritta.
Non confonderlo con Agaricus praeclaresquamosus, velenoso, del gruppo dei prataioli a base ingiallente, talvolta presenta squamettatura del cappello simile, ma con odore di inchiostro o fenolo, non sempre facilmente percettibile se non dopo schiacciamento della carne del gambo.

Osservazioni

Facilmente riconoscibile per le sue dimensioni, spesso notevoli, e per le squamette concentriche sul cappello che, sovente, si intravedono già nei giovani esemplari, nonché per la sua tendenza a macchiarsi di giallo, sul cappello e sul gambo, alla manipolazione.

Agaricus augustus 

Agaricus augustus 

Agaricus augustus 

Agaricus augustus 


martedì 24 marzo 2015

I migliori funghi commestibili primaverili

                               
Pizzo di Moscio



La nostra stupenda Regione esageratamente ricca di ogni Grazia Naturale non poteva che esserla anche nel Regno Fungi, la possibilità di avere a disposizione vari Ambienti finanche quelli più severi di carattere Alpino ci consente di poter trovare, raccogliere, studiare la quasi totalità di miceti presenti in Italia.

Questa ricchezza merita di essere valorizzata e portata a conoscenza di tutti gli appassionati cercatori di funghi,  il mio compito è quello di illustrarvi le specie che è  possibile trovare, più o meno, agevolmente, descrivervi l’habitat di ricerca e di segnalarvi la loro idoneità al consumo alimentare sapendo e sottolineando che l’approccio con lo spettacolare Mondo dei Funghi necessita dell’intelligente cautela che prevede l’assoluta certezza sulla commestibilità dei miceti raccolti  e, per legge, non può che essere l’Ispettorato Micologico presso le ASL che rilascia, dopo visione gratuita del raccolto, il relativo nulla osta alimentare.
Dopo il riposo invernale che per le nostre zone vuol dire territori coperti, per buona parte, dalla neve per un lungo periodo, la Natura comincia il suo risveglio e pian pianino il manto bianco si ritira lasciando spazi alla terra nuda e al verde dell’erba, a breve il Sole rimetterà in moto la Vita nella nuova stagione,  la Primavera.
Il cercatore amante delle passeggiate comincia ad avvertire la voglia di uscire e proprio durante il mese di marzo, con l’innalzamento delle temperature i funghi cominciano spuntare a valle per poi salire sui prati alti.

La prima Divisione a presentarsi è senz’altro Ascomycota con il suo Genere più conosciuto: Morchella da molti conosciuto come: Le Spugnole

                                                   Morchella esculenta  (L.) Pers. 1801



Etimologia: ottimo commestibile
Lungo i corsi d’acqua, ruscelli, nei luoghi sabbiosi o comunque su terreno dove ricco di humus e con presenza di Frassini (Fraxinus excelsior), Olmi (Ulmus carpinifolia), alberi da frutto coltivato o selvatico (meli, peri, ciliegi), pini, abeti e conifere in genere è possibile trovarli sapendo che sono funghi di rapidissima crescita e altrettanta scomparsa senza lasciar traccia di se. E’ indispensabile avere fortuna o costanza nel visitare i siti migliori di crescita.
Descrizione macroscopica:
Cappello: detto mitra di forma ovoidale/arrotondato, più o meno slanciato, di dimensioni variabili da 4-15 cm. Di colore giallo paglierino a giallo-ocraceo
Alveoli: la parte fertile, ampi,irregolari,larghi e profondi, costolature generalmente concolori per poi divenire scuri in maturità
Gambo: 5-10 x 3-5 cm.Molto variabile nella forma, tozzo o slanciato, cilindrico,obeso,oppure ingrossato alla base, biancastro, forfaceo,cavo.
Carne: fragile,elastica,biancastra,inodore e sapore dolciastro.
Commestibilità: le morchelle sono considerate dei buoni funghi commestibili ma solo dopo un’adeguata cottura di almeno quindici minuti, è possibile conservali anche secchi e si presta
                                                                                                                                                                                                                                                      Morchella elata Fr. 1822



Etimologia: alta, per la lunghezza delle fruttificazioni
Cappello: detto mitra, 5-9 x 3-4 cm , a forma di cono cavo, più o meno slanciato, oppure tozzo o acuminato di colore fulvo-brunastro.oliva-bruno, nerastro.
Alveoli: (imenoforo) sono separati longitudinalmente e trasversalmente da costolature più o meno pronunciate, grigio-brunastre poi nerastre.
Gambo: 5-8 x 1,5-3 cm., cilindrico, biancastro, con superficie forforacea, fragile e cavo,.
Carne: poco consistente, sottile, biancastra, sapore dolciastro, odore vagamente spermatico.
Commestibilità: come Morchella esculenta.
Osservazioni: Molti autori sinomizzano tutte le morchella nell’unica specie Morchella esculenta essendo i dati microscopici totalmente sovrapponibili.


                                                 Mitrophora semilibera (DC.) Lév. 1846



Etimologia: libero solo per metà. Per il cappello libero al gambo solo per metà
Cappello: 2,5 x 1,5-3 cm più o meno conico-campanulato a forma di mitra appuntita, alveolato come le spugnole. Gli alveoli sono profondi, larghi, per lo più allungati e poco intervenati. La parte interna del cappello s’inserisce nel gambo a metà circa della sua altezza, mentre l’orlo alla base della mitra, è sempre libero. Di colore bruno-ocraceo, olivastro, in maturità le costolature spiccano in modo evidente.
Gambo: 6-15 x 2-3 cm, cilindrico, slanciato, irregolarmente ingrossato alla base, superficie tipicamente forfacea uguale a quelle delle spugnole, l’interno è cavo fino all’apice, bianco e molto fragile.
Carne: sottile,fragile ma tenace, scarsa nel cappello, odore debole fungino, dolciastro.
Commestibilità: di discreta commestibilità, meno pregiata delle morchelle con le quali condivide habitat e cautele nel consum
          
                                  Verpa bohemica (Krombh.) J. Schröt. 1893


Etimologia: della Boemia
Carne: (mitra) 2-5 cm, da campanulato a cilindrico,sommità arrotondata irregolare, rugoso costolato e labirinti forme come una morchella, colore da bruno chiaro a bruno scuro
Imenoforo: la parte esterna della mitra
Gambo: 7-15 x 1,5-2 cm, cilindrico, biancastro, ocraceo, pieno da giovane poi vuoto, libero fino alla sommità del cappello, finemente forfaceo.
Carne: molto fragile, soprattutto nel gambo, ceracea, acquosa, bianca ma con tonalità crema nello stipite e sfumature ocracee fulve alla base, sapore dolciastro o poco acidulo, odore che ricorda quello delle morchelle.
Commestibilità: discreto fungo commestibile con le stesse cautele dette sopra.

                                         

                                           Verpa conica
(O.F. Müll.) Sw. 1814 





Etimologia: a forma di cono, per l’aspetto della mitra
Cappello: (mitra) 2-3 cm di altezza, 1-1,5 cm di larghezza, campanulato, posato sulla sommità del gambo e libero su questo, eccetto che nel punto d’attacco. Superficie esterna irregolare rugosa, talvolta cerebri forme o pieghettata, costolata. Colore variabile dal miele al bruno-marrone.
Imenoforo: la parte esterna della mitra o cappello.
Gambo: fine fragile, molle e acquosa, sapore dolciastro e odore gradevole.
Commestibilità: primizia primaverile vale quanto detto per le Morchelle.



                                                 Hygrophorus marzuolus (Fr.) Bres. 1893




Etimologia: del mese di marzo, per l’epoca di comparsa
Cappello: 6-12 cm, da subgloboso a convesso, a volte depresso, a margine irregolare lobato, non vischioso, appena fibrilloso, il colore è grigio, ma può variare tra il colore biancastro a chiazze e il grigio nerastro, molto scuro.
Lamelle: sono spaziate, abbastanza larghe, sub decorrenti, arcuate, bianche poi grigiastre. Sul fondo sono unite da nervature.
Gambo: 4-8 x 2-3 cm, robusto,carnoso,spesso,cilindrico,asciutto,ricoperto di dine fibrille superficiali, bianco o grigio metallico.
Carne: compatta ma tenera, bianca, grigia sotto la cuticola, non ha odori e sapori particolari.
Commestibilità: ottimo commestibile, nulla da invidiare ai porcini, è la vera prima primizia di montagna.
                                             Calocybe gambosa - Lo Spinarolo

Nello stesso periodo del Marzuolo comincia, prima sui prati bassi poi sempre più in alto, a spuntare il fungo primaverile per eccellenza e più ricercato nei nostri territori, lo spinarolo (Calocybe gambosa). Fungo che ha dei luoghi di ricerca talmente segreti che nemmeno tra padre in figlio si sveleranno, tante le storie di gelosia e di “spionaggio fungino” con uso di cannocchiale e appostamenti vari, storie che accrescono l’interesse goliardico e la felicità di un buon raccolto di quest’ottimo fungo commestibile.
Periodo di crescita e Habitat:
Si comincia a trovarlo a metà aprile nei prati e luoghi più caldi esposti a sud per poi terminare addirittura in luglio nelle alte quote di montagna.
Cresce, appunto nei prati ma anche all’interno di boschi laddove c’è presenza di piante appartenenti alla famiglia delle Rosaceae, sono Crataegus monogyna (biancospino),Prunus spinosa (susino selvatino), Rosa canina (rosa selvatica), Rubus spp. (more di rovo), Prunus avium (ciliegio), Pyrus paraste (pero selvatico), ma anche piante erbacee come Potentilla sp. e Sanguisorba sp.
Molto fedele ai luoghi di crescita, si presenta a forma di cerchio e a lunghe fila anche a zig zag.
La ricerca non è per niente agevole, bisogna fare molta attenzione ai luoghi dove l’erba diviene più verde e rigogliosa, bisogna tastare il terreno per trovarli, il periodo di crescita coincide con il risveglio dei rettili e questo scoraggia non poco i ricercatori, ma prestando buona attenzione non si corrono rischi.
          
                                             
                                   Calocybe gambosa (Fr.) Donk 1962



Etimologia: garretto, con il gambo grosso
Cappello: 4-10 cm di diametro, tipicamente emisferico, a bordo ondulato, opaco, carnoso, e consistente, di colore variabile, dal bianco crema al camoscio pallido o giallo bruniccio. Margine involuto, soprattutto nei giovani esemplari.
Lamelle: fitte, strette adnate o smarginate. Bianche poi debolmente crema, con filo irregolare.
Gambo: 4-10 x 1-3 cm, massiccio,cilindrico,diritto e anche curvo,pieno biancastro, crema, pruinoso.
Carne: soda, dura, fibrosa, più spugnosa nel gambo, bianca, sapore dolce, farinoso, odore intenso farinoso per sfregamento o sezione.

Buoni raccolti a tutti

lunedì 23 marzo 2015

Cortinarius croceocaeruleus (Pers.) Fr.

Scheda redatta dal Sig. Marino Zugna del Forum AMB di Muggia

Cortinarius croceocaeruleus (Pers.) Fr., Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 269 (1838) [1836-1838]

Basionimo: Agaricus croceocaeruleus Pers. [come 'croceo-caeruleus'] 1798

Sinonimi: Agaricus croceocaeruleus Pers. [come 'croceo-caeruleus'], Icon. Desc. Fung. Min. Cognit. (Leipzig) 1: 2 (1798). 
Cortinarius cumatilis var. croceocaeruleus (Pers.) Fr., Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 269 (1838) [1836-1838]. 
Myxacium croceocaeruleum (Pers.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 92 (1871).

Posizione sistematica: Genere Cortinarius (Persoon) S. F. Gray 1821; Sottogenere Myxacium (Fries) Kummer 1871; Sezione Vibratiles Melot; Serie Croceocaeruleus Bidaut, Moënne-Locc. & Reumaux.

Descrizione macroscopica della raccolta.
Pileo 15-40 mm, da convesso a piano-convesso, privo di umbone, margine leggermente eccedente.
Cortinarius croceocaeruleus

Superfice pileica translucida, vischiosa, liscia, blu-oltremare, blu-veronica (Seguy = 556-558-559) poi , blu-lavanda (Seguy = 559), tendente all'ocra-giallastro più o meno livido (Seguy = 213), nella zona discale, percorso da fini fibrille innate più scure. Margine concolore.
Lamelle piuttosto spaziate, adnato-smarginate, sinuosette, alle volte anastomosate, all'inizio crema-biancastre con lievi riflessi lilacini, ben presto argillacee, infine ocra, intramezzate da 3-5 lamellule; filo lamellare finemente eroso, concolore o leggermente più chiaro.
Stipite 50-80 x 5-10 mm, da cilindrico a rastremato all'apice, rigonfio nella parte centrale, fusoide e subradicante nella parte bassa, vischioso, sericeo, finemente fibrilloso, biancastro, poi più o meno ocraceo. 
Cortina bianca, presto evanescente, percettibile negli esemplari giovani. 
Carne biancastra, ocracea in vecchiaia, negli esemplari in exsiccata tendente ad annerire nella zona stipitale. 
Sapore molto amaro.
Odore non testato. 
Reazioni non verificate. 

Descrizione microscopica.
Spore (6,51) 7,07-8,02 (9,05) x (4,37) 4,75-5,44 (5,68) µm, in media 7,56 x 5,09 µm, Q.= 1,38-1,59, Q.m. = 1,49, Vol. = 85-119 µm³, Vol.m = 103 µm³, da ellittiche a subamigdaliformi, ocracee in KOH, finemente ornamentate da basse verruche, tendenzialmente libere o, alle volte, a formare corte concatenazioni, plaga ilare poco evidente.
Basidi 24-32 x 6-9 µm, Q.m. =3,66, Vol.m = 875 µm³, clavati, in maggioranza tetrasporici ma anche bisporici e monosporici, questi con lungo sterigma, ialini.
Spore di Cortinarius croceocaeruleus - Photo by M.Zugna
Cellule marginali 12-19 x 4-6 µm, Q.m. = 3,24; Vol.m = 216 µm³, subcilindriche o leggermente clavate, ialine.
Pileipellis di tipo ixocutis, immersa in un gel ialino, spesso 150-250 µm. 
Suprapellis formata da ife congofobe con diametro di 1,5-3 µm, lassamente aggrovigliate con tendenza a raddrizzarsi nella zona più esterna, più o meno distese quelle sottostanti, contenenti un pigmento citoplasmatico sottoforma di gocce lipidiche bluastre. 
Subpellis differenziata, formata da ife cilindriche, leggermente ristrette ai setti, con diametro 6-15 µm, ialine o con leggero pigmento citoplasmatico di colore lilacino. 
Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti del basidioma.

Materiali e Metodi: lo studio è stato effettuato su materiale proveniente da exsiccata ed in alcuni casi ci siamo valsi del supporto di foto macro a forte risoluzione e di uno stereo microscopio Optech trinoculare.
Il materiale è stato parzialmente reidratato in KOH 2% e Rosso Congo Ammoniacale 2% .
Per l'osservazione dei pigmenti della pileipellis il materiale è stato reidratato e osservato in H2O.
Le misure sporali, prelevate prevalentemente dalla superficie pileica, si basano su 100 misurazioni, per le rimanenti tipologie cellulari si sono effettuate da 20 a 30 misurazioni a tipologia.
Le osservazioni e le foto relative alla microscopia, sono state eseguite fotocamera Reflex EOS 50D e con l’ausilio di un microscopio biologico Optech Biostar B5 con testa trinoculare, supportato da ottiche Plan-APO, Illuminazione alogena 12V-50W a luce riflessa con regolatore di intensità.
Le misure di tutti gli elementi sono state effettuate con il software di calcolo Mycométre.
Le collezioni d’erbario sono conservate in erbario di A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

Dati di raccolta: N. scheda: 4246. Data di ritrovamento: 01/02/2010. Località: San Biagio. Comune: Rocca Santa Maria. Coordinate geografiche: 339; III; TERAMO. Altezza slm: f. 3. Habitat: Bosco di Fagus sylvatica. Determinatore: Zugna M. Legit: de Ruvo B.

Osservazioni: bellissimo Myxacium, capostipite della Serie Croceocaeruleus, che, nonostante la sua piccola taglia, si fa notare per i suoi colori brillanti, evocanti, con un po' di fantasia, il colore del mare o le distese di Lavandula angustifolia.
Nella raccolta in oggetto non siamo riusciti ad apprezzare appieno il colore giallo-zafferano (= croceo), delle lamelle mature che peraltro si è dimostrato ben evidente negli esemplari in exsiccata.
Dal lato microscopico, abbiamo ravvisato una piccola differenza, rispetto alle diagnosi da noi consultate, mi riferisco ai basidi bisoprici e monosporici, il che, non avrebbe grosso peso nell'ambito di altri generi, ma, visto che si tratta del genere Cortinarius e per quanto ne so io, le specie non sono abitudinariamente produttrici di basidi bi-monosporici, il che potrebbe essere di notevole interesse, se non altro come segnalazione statistica.

Bibliografia
BIDAUD A., MOËNNE-LOCCOZ P. & REUMAUX P., 1994: ATLAS DES CORTINAIRES. CLÉ GÉNÉRALE DES SOUS-GENRES, SECTIONS, SOUS-SECTIONS ET SÉRIES. EDIT. FÉD. MYC. DAUPHINÉ-SAVOIE. ANNECY.
BIDAUD A., X. CARTERET, G. EYSSARTIER, R. HENRY, P. MOËNNE-LOCCOZ & P. REUMAUX - 2000: ATLAS DES CORTINAIRES. PARS X. ÉDIT. FÉD. MYC. DAUPHINÉ-SAVOIE.
BRANDRUD T. E., LINDSTRÖM H., MARKLUND H., MELOT J. & MUSKOS S., 1992: FLORA PHOTOGRAPHICA. 2ÈME PARTIE. MATFORS.
CONSIGLIO G, ANTONINI D. & ANTONINI M., 2003-2004-2005 -IL GENERE CORTINARIUS IN ITALIA. A.M.B,.
http://www.indexfung...names/names.asp
MARCHAND A., 1982-83: CHAMPIGNONS DU NORD ET DU MIDI. PERPIGNAN.

MOSER M., 1986: GUIDA ALLA DETERMINAZIONE DEI FUNGHI. ARTI GRAFICHE SATURNIA S. A. S. TRENTO.

Cortinarius croceocaeruleus

Cortinarius croceocaeruleus

Cortinarius croceocaeruleus

Cortinarius croceocaeruleus

Pycnoporus coccineus (Fr.) B

Scheda tratta dal sito Fungoceva.it


Pycnoporus coccineus (Fr.) B
alias Pycnoporus cinnabarinus (Jacq.) Karst.

Cappello: fino a 6 cm, spianato, glabro, liscio, poco solcato, color rosso arancio
Pori: rotondi angolosi, ; pubescenti; color rosso vermiglio.

Carne: molle, rossa.

Spore: cilindriche, bianche in massa. 

Habitat: su tronchi o ceppaie, o legni vari (faggio, ciliegio ecc.).

Habitat: su tronchi o ceppaie, o legni vari (faggio, ciliegio ecc.).
Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Pycnoporus coccineus

Agaricus silvicola (Vitt.) Peck

Scheda tratta dal sito dell'AMINT Tutto Funghi

Agaricus silvicola (Vitt.) Peck

Tassonomia 
Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Agaricaceae
Genere Agaricus
Sottogenere Agaricus
Sezione Arvenses

Nome italiano
Prataiolo dei boschi.

Sinonimi
Agaricus sylvicola (Vitt.) Saccardo
Psalliota silvicola (Vitt.) Ricken
Agaricus sylvicola (Vitt.) Peck
Agaricus vaporarius (Vitt.) Capelli
Psalliota flavescens

Etimologia
Da "selva" che predilige per fruttificare.

Cappello
4-12 cm di diametro, da principio globoso, emisferico con l’età piano convesso, margine poco sporgente, superficie bianca, brillante, liscia ma con fibrille biancastre. Margine sottile. Qualche macchia giallastra che si accentua allo sfregamento e col tempo.

Imenoforo
Lamelle spesse, fitte, libere al gambo ed acute verso l’orlo del cappello. Bianche poi di color rosa-pallido, grigio terroso ed infine nerastro.

Gambo
Inferiore a 12 cm con diametro di 2-3 cm, slanciato, rigido, cilindrico, bulboso. Bianco ma con sfumature giallognole o cinerognole vicino al piede.
Anello membranoso persistente, a gonna, bianco poi giallastro o brunastro, ornato sul bordo della pagina inferiore da scaglie formanti una ruota dentata.

Carne
Tenera, bianca o con sfumature rossigne specialmente al gambo, odore di noce, sapore dolce.

Habitat
Solitamente cresce in suoli molto ricchi di materie organiche, sia in boschi di conifere che di latifoglie. In autunno ed in primavera, normalmente in pochi esemplari, con frequenza a ridosso dei sentieri interni del bosco o nelle sue aperture.

Microscopia
Spore 5-6 × 3-4 µm, ovoidi, color cioccolato.

Commestibilità e Tossicità
Commestibile eccellente anche crudo, è tra i funghi più delicati ed aromatici.

Somiglianze e varietà
E’ uno dei pochi prataioli a crescere all'interno dei boschi, in senso pratico, viene collocato tra i prataioli detti ingiallenti.
Appartiene alla sezione Arvenses, comprendente un certo numero di specie, tutte commestibili, non sempre facilmente separabili fra loro se non dietro un'attenta osservazione dei caratteri macroscopici e microscopici.
Può essere pericolosamente confuso con le Amanita bianche che però hanno la volva, le lamelle bianche e odore insignificante e con l’Agaricus xanthodermus che però vira intensamente al giallo nel piede e nel cappello, ed ha un odore molto forte e sgradevole. Mentre è innocua la sua somiglianza con l’Agaricus arvensis.

Specie simili (anche per filogenesi) ad Agaricus silvicola:

Agaricus essettei (=A. abruptibulbus) simile, ma con gambo e piede generalmente più nettamente bulboso, più massiccio e meno slanciato, con spore più grandi, generalmente sotto conifere
Agaricuys tenuivolvatus, generalmente meno slanciato e con una sorta di volva al piede.

Agaricus macrocarpus, generalmente nei prati e di taglia massiccia.

Agaricus silvicola

Agaricus silvicola


domenica 22 marzo 2015

Xerocomus subtomentosus (L.) Fr. 1821

Xerocomus subtomentosus (L.) Fr. 1821

Fungo con tubuli che cresce prevalentemente tra le..........

le querce, castagni ed anche sotto faggio.Il colore del cappello e il giallo molto vistoso dei tubuli ci fanno subito accorgere che non è quello che si pensava.



Cappello: da giovane bello tondo per poi divenire anche convesso, son il tempo secco si screpola, la cuticola è spesso ocracea e bruna

Tubuli: dapprima piccoli quasi decorrento, in maturità lunghi con colore molto giallo/olivastri leggermente viranti  al tocco

Gambo: senza reticolo, sodo e cilindrino ma anche con una forma stranamente triangolare

Carne: carne bel soda e dal colore al taglio bianco per poi vivare leggermente all'azzurro ma non sempre, sapore dolce.

Commestibilità: discreto ma da noi trascurato

Estetica: molto bello da giovane e quando si trova in gruppo, vale la pena soffermarsi per effettuare qualche scatto che preveda necessariamente la sezioneFungo con tubuli che cresce prevalentemente tra le querce, castagni ed anche sotto faggio.Il colore del cappello e il giallo molto vistoso dei tubuli ci fanno subito accorgere che non è quello che si pensava.


Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Xerocomus subtomentosus

Spore di Xerocomus subtomentosus - Photo by Marino Zugna










Floccularia luteovirens f. luteovirens (Alb. & Schwein.) Pouzar

Scheda redatta dal Sig. Marino Zugna del Forum AMB di Muggia

Il ritrovamento senza foto in habitat merita comunque la scheda per la sua rarità, la scheda comunque riguarda non direttamente il fungo sotto fotografato.


Floccularia luteovirens f. luteovirens (Alb. & Schwein.) Pouzar

Floccularia luteovirens f. luteovirens (Alb. & Schwein.) Pouzar, Česká Mykol. 11: 50 (1957)
Sinonimi:
Agaricus luteovirens Alb. & Schwein., Consp. fung., in Lusatiae Superioris Agro Niskiensi Crescentium e Methodo Persooniana (Leipzig): 168 (1805)
Agaricus stramineus Krombh., Naturgetr. Abbild. Beschr. Schwämme (Prague) 4: 12 (1836)
Armillaria luteovirens (Alb. & Schwein.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 5: 75 (1887)
Armillaria luteovirens var. americana Mitchel & A.H. Sm.
Armillaria straminea (Krombh.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau) (1871)
Floccularia luteovirens (Alb. & Schwein.) Pouzar, Česká Mykol. 11: 50 (1957)
Floccularia straminea (Krombh.) Pouzar, Česká Mykol. 11: 49 (1957)
Floccularia straminea (Krombh.) Pouzar, [IČeská Mykol[/I]. 11: 49 (1957) f. straminea
Floccularia straminea var. americana (Mitchel & A.H. Sm.) Bon, Docums Mycol. 20 (no. 79) : 57 (1990)
Floccularia straminea (Krombh.) Pouzar, Česká Mykol. 11: 49 (1957) var. straminea
Tricholoma luteovirens (Alb. & Schwein.) Ricken, (1915)

Cappello diametro 40-100 mm, all’inizio convesso, poi disteso, infine leggermente depresso al centro, margine con evidenti resti di velo appendicolato negli esemplari giovani, nudo e scagliosetto in quelli adulti. Cuticola ornamentata da squamosità ad andamento più o meno concentrico, ben evidenti e coniche nella zona discale, via via più appiattite verso il margine, di colore che va dal biancastro al giallo limone, cuticola separabile per un breve tratto.
Carne del cappello molto abbondante, fino a 3 volte l'altezza delle lamelle, compatta ma soffice, gommosetta, giallina nella zona sottocuticolare e per un buon tratto, bianca nella zona centrale e nel gambo, con il tempo tendente ad ingiallire quella del cappello.
Lamelle diritte all'inizio, poi falciformi, smarginate, adnate o anche leggermente decorrenti per un dentino all’inserzione, fitte e con presenza di lamellule, non anostomosate ma solcate da venature perpendicolari, all'inizio crema chiaro quindi giallo tuorlo infine ocracee, con filo fortemente crenulato e leggermente più chiaro.
Gambo 60 x 30 mm, cilindrico, con base da uguale a evidentemente allargata, bulbosetta, abbastanza elastico, di colore all’inizio bianco-giallastro, poi lievemente imbrunente, per imbibizione verso la base, scagliosetto all'inizio, poi liscio, midollo bambagioso e di colore bianco. Provvisto di un anello a fattura doppia "Bianularieae", consistente negli esemplari giovani, tendente a dissolversi in scaglie ascendenti negli adulti, biancastro in alto, giallo limone nella parte inferiore.
Odore lieve e soave, più accentuato nella carne del cappello, che si avvicina a quello di Cantharellus cibarius ma più delicato. Sapore simile a quello di frutta cotta, dolce anche dopo prolungata masticazione.
Reazioni macrochimiche: FeSo4; Guaiaco; Fenolo 2%; Sodio Idrato 30% = negativo.
Sporata: “ottenuta su vetrino posto in exsiccatum” biancastro I a.

Pileipellis tipo cutis, formata da ife parallele, con terminali liberi a formare un tricoderma intricato "scaglie", ialini, alcuni con gocce lipidiche rifrangenti, spesse 6 - 12 µm. Mediopellis di tipo cutis, a ife intrecciate, dello stesso spessore, pigmento mambranario giallo. Subpellis simile ma non pigmentata. Giunti a fibbia presenti.
Spore 6,09 - 7,72 x 4,26 - 5,38 µm, in media 6,85 x 4,85 µm, Quoziente 1,27 - 1,53, Q. medio 1,41, ialine, ellittiche, lisce, amiloidi.
Basidi in massima parte tetrasporici, notati alcuni bisporici, clavati, 28 - 31 x 6 - 8 µm, con giunto a fibbia basale.
Trama lamellare regolare, formata da ife cilindriche, brevemente settate, larghe 5 - 10 µm, giunti a fibbia presenti.
Cistidi imeniali non notati.



Floccularia luteovirens f. luteovirens

Floccularia luteovirens f. luteovirens

Floccularia luteovirens f. luteovirens


Panus conchatus (Bull. ex Fr.) Fr.

Scheda tratta dal sito Fungoceva.it

Panus conchatus (Bull. ex Fr.) Fr.

 Cappello: fino a 10 cm, carnoso-coriaceo, tenace, liscio, generalmente regolare, presto a forma di ventaglio; prima lilla vinoso, fulvo incarnato, rossastro che si decolora per l'età; margine involuto.
Lamelle: fitte, strette, tenaci, molto decorrenti, aguzze alle due estremità; dapprima lilacino incarnato poi ocracee.

Gambo: pieno, corto, tomentoso, eccentrico, più spesso laterale; grigio-rossastro, poi decolorato, ocraceo pallido.

Carne: bianca, tenace, coriacea

Spore: bianche in massa 

Habitat: sui ceppi di latifoglia, in gruppi cespitosi. Estate-autunno. 


Commestibilità: non commestibile

Panus conchatus

Panus conchatus

Panus conchatus